opera di rottura, per me è stata fonte d'ispirazione e di un progetto...pulsante paradigma esistenziale, delicato e poetico.un viaggio che coinvolge i sensi.ciò che vedo è assurdo, ciò che provo è vero.

virtuosismo di adrenalinica superficie.enfatico nei mezzi.conflitti e rigori morali,tutto, fuorché essenziale.

una colonna sonora che già da sola racconta tutto il film.non c'è categoria congeniale da stipulare quando si tratta di Lynch.è una continua metamorfosi: allucinazioni, delirio ,tenebre, il tutto senza punti cardinali, il tutto, di valore assoluto, scagliato contro lo spettatore.l'angolo dell'artista che adora "vedere le persone emergere dalle tenebre".

squarciare il tendaggio di velluto blu che nasconde vizi, violenze, perversioni ed entrarci con corpo e anima. il Cinema dentro la mente di un regista che dipinge con occhi colmi d'immagini da pescare in acque profonde, che crea un'opera libera e scomoda (come tutte le sue opere). Lynch strazia le parole e crea l' incommensurabile.

un gioco di ruolo che si costruisce attorno al protagonista (dis)umanizzandolo, facendolo specchiare più volte davanti alla sua faccia da uomo spudorata, confondendo la realtà con la finzione alle prese col grande gioco della vita che cattura in maniera estenuante.The Game sfugge alle regole delle convenzioni narrative aggirandole: il gioco/film nelle mani del giocoliere/regista che ha sua volta costruisce una centrifuga 'giocosa' che è la storia.pezzi su pezzi simulatori che prevedono la redenzione del vittima del gioco.fatale Fincher.

Fincher è anche tentazione di virtualismo.

il tocco di Fincher c'è tutto: sospensione, caratura dei tempi, capacità spiazzante di svelamento incompleto, trionfo del gotico e piccole rimembranze hitchcockiane, in più la valore della musica mai casuale.una manovra di tecnica sontuosa che analizza uno dei casi più affascinanti e misteriosi di omicidi in serie(geniale nell'uso di codici di diverse radici).purtroppo nella seconda parte subisce una lentezza graffiante.grande cast.

essere costretti a lavorare in Apnea.per questo il film è stato distribuito con scarso interesse?non c'è da stupirsi."Se Apnea esce in sala lo si deve al decisivo intervento dell'Istituto Luce e all'importante sostegno di Nanni Moretti".
una mentalità dove tutto deve esser sacrificato al lavoro e ai soldi..ecco il film.quindi è lecita la disattenzione da parte del nostro cinema italiano verso quei fil tirati su tra sangue e sudore che hanno DAVVERO qualcosa da raccontare: un valore aggiunto.Apnea, come sentirsi disadatti in un contesto che toglie respiro alla sensibilità che insulta un modo di guardare e sentire la realtà diverso.
ci vuole coraggio nel credere al valore estetico e culturale di film come questo.
grazie al Cinemadelsilenzio per averlo messo tra i 'consigliati'.

pellicola condotta con grande maestria da Mann: attori di grande livello, tecnica di primo ordine, analisi dell'umana difficoltà.anche nelle scene in cui ci sono sparatorie e si cade spesso nella noia, Mann riesce a trovare angoli di percezione visiva che tengono alta la tensione. Film saturo.

Eliot e Frost fonte di ispirazione per sopravvivere al giorno che passa:"guarda l'invisibile e saprai cosa scrivere". atmosfere, sentimenti, con un ottimo J.Travolta. sono necessari musica, letteratura, pittura, cinema...per raccogliere i semi di questa Vita trascritta in maniera profonda. sorpresa.

Respiro.un paesaggio sconvolgente.vite umane strane e difficili.chiudersi nei silenzi abbracciando canzoni storiche..pellicola fatta di inquadrature tagli fotografie parole sguardi assenti e presenti.si può respirare profondamente.

Un film dal tema non semplice, trattato con accortezza e sensibilità, in più con un giusto humour.Ovvio il cast è d'impronta notevole...meravigliosa come sempre Julianne Moore.

Assolutamente surreale un film che è un piccolo gioiello di sottigliezza..finalmente si sorride in maniera intelligente e finalmente posso dire che una commedia mi è piaciuta! Regia dai toni eclettici come gli stessi attori. spero a breve un altro film di Paola Randi.