Una scanzonata commedia britannica, condita da solidarietà, impegno civile e qualche buona battuta. Significative le ricostruzioni degli ambienti minerari gallesi, così come quelle di una Londra (a metà tra swinging london e tatcherismo), che si mescolano nei loro contrasti generando ilarità. Pride non è certo un film originale o rivoluzionario, anzi ha molto il sapore di già visto, ma rimane comunque una gradevole storia corale centrata sui buoni sentimenti. A questo proposito, ho trovato un po' stridente e anche superflua la parentesi sull'HIV, che purtroppo sembra non poter uscire dai copioni di ogni film che parla della comunità omosessuale degli anni 80.

A tratti, ho rimpianto le comiche di Pozzetto e Villaggio. Mi fa piacere sia piaciuto a molti questo film, ma io alla terza scenetta avevo già un piede fuori dalla sala del cinema. Non sono riuscito a ridere, con rare eccezioni (il matrimonio ad esempio). Per il resto, ho visto troppe macchiette da Zelig, caricature un po' scontate, con tanto sapore di già visto: la storia dell'aereo Almodovar ce l'aveva già propinata, e con poco successo. Anche la critica sociale - elemento distintivo del regista spagnolo (in questo film produttore) - in Szifron rimane superficiale. L'anti-conformismo dei personaggi è sistematicamente ricondotto ad un happy ending forzato. Il grottesco non è una cifra espressiva semplice da usare, tanto meno in un film spezzettato come questo. Insomma, qualche risata la strappa ma rimane poco convincente come impianto, stile e contenuti.

Solo a me pare che il ritratto di Treadwell che esce dal docu-film sia quella di uno psicopatico? Probabilmente qualche turba psichica l'aveva pure... Ma che senso ha far insultare un individuo come Treadwell, diciamo ingenuo, dal pilota di elicotteri e dai nativi che lo accusano, rispettivamente, di essersi meritato la morte e di aver offeso l'identità del luogo. Io ho fatto sinceramente molta fatica ad appassionarmi alla storia umana dell'individuo, al tema ecologista e perfino alle scene di vita dei Grizzly. Salvo solo i bellissimi paesaggi dell'Alaska... A quanto pare Herzog ha trovato un buon pretesto per farsi un bel viaggetto, pagandosi le spese!!

Ho solitamente tendenza a diffidare dai melodrammoni che spingono forte sul pathos per creare empatia, invece Dolan spazia con irriverenza tra momenti drammatici ed esilaranti senza che la storia perda di tensione, anzi il rischio è piuttosto l'inverso. Il film ha una concezione "giovane" che si ispira al linguaggio dei videoclip\corti e delle immagini Instagram. In questo Mommy ci sono davvero molti e interessanti spunti di originalità. Forse, Manca ancora un pizzico di maturità alla regia per calibrare meglio tutte le intuizioni, ma l'enfant terrible quebecchese Dolan e' davvero una bella scoperta. Tutta da seguire...

Una buona spy story che non brilla certo per originalità, ma che ha sicuramente il pregio di intrattenere senza cadere troppo nelle banalità, di regalarci delle gradevoli immagini di una malinconica Hamburg e di offrirci l'ultima piacevolissima interpretazione di Seymour Hoffman.