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Inferiore al precedente, bellissimo 'Kynodontas' e un po' meno bizzarro del successivo 'The Lobster', 'Alps' è un altro notevole tassello del singolarissimo mosaico di Lanthimos. Che ci parla col suo solito linguaggio conturbante, espresso da personaggi neanche umani, marionette (qui si dotano di nomi fittizi, in 'Kynodontas' non ne avevano affatto), in cui il dramma si allenta (o si acuisce?) diventando amarissima, e a tratti violenta, farsa. Si arriva così, nuovamente, a un punto in cui questo equilibrio "disumano" non può tenersi all'infinito, e la situazione deflagra, magari con uno dei suoi personaggi. Benché meno munito della potenza comunicativa e cromatica della sua opera precedente (e forse anche della successiva), 'Alps' raggiunge ancora il suo scopo: sconcertare, disturbare lo spettatore, sfuggendo a qualsiasi schema concettuale e narrativo. Un finale intelligente e inevitabile: si cerca di colmare l'altrui solitudine per sopravvivere al proprio, abissale vuoto.
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conseguenze del dolore - derivanti dalle infinite conseguenze dell'amore - nemmeno sono sempre razionali. Per quel che riguarda il pubblico a cui è destinato, indubbiamente non coinvolge un gran numero di persone, non quelle che frequentano il cinema per intrattenimento. Tuttavia continuo a trovare questo film estremamente illuminante riguardo la complessità e la profondità dei sentimenti umani e credo che Alps possa risultare interessante, anche se solo per poche persone, soprattutto grazie alla sua delicatezza e ai suoi silenzi.
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Non credo che Alps sia un film destinato ad una cricca di critici. A Venezia la critica italiana lo ha stroncato, a fine proiezione stampa sui titoli di coda i fischi hanno invaso la sala. E' stata la critica straniera ad apprezzare il film. Ad ogni modo, trovo che Alps sia un film con una sceneggiatura originale e coraggiosa, che ha meritato a pieno titolo il premio di miglior sceneggiatura a Venezia. Inoltre ho trovato la lentezza e quel ritmo impenetrabile l'unico perno con cui raccontare una storia così drammatica popolata di solitudini. Le molteplici solitudini di chi ci lascia, di chi resta e di chi è ancora più solo da decidere di prendere fisicamente il posto di qualcun'altro per colmare con abiti e parole altrui il vuoto della propria esistenza. Ho trovato Alps un film commovente e prezioso anche per quella sua aura che permette di definirlo a tratti "incomprensibile", proprio perché lontano dalla razionalità. Ma in fondo il dolore non sempre è razionale e le conseg |
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