Venezia 2006 30/08: Apre la Dalia Nera di De Palma
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Due uomini amici per la pelle e il loro triangolo amoroso con una donna. Non è "Jules e Jim" di Truffaut, ma "The Black Dahlia" di Brian De Palma. Il film In concorso è tratto da un romanzo di James Ellroy ispirato a un fatto di 'nera' della Hollywood del 1947. Girato in una Los Angeles ricostruita dallo scenografo Dante Ferretti in Bulgaria per ragioni di budget, il film è piaciuto anche all'autore del romanzo: "Sono stato fortunato: De Palma è riuscito a cavalcare tutti i livelli del racconto" spiega Ellroy. Ci siamo. Venezia 63 è iniziata sul serio. Arrivata al Lido, Scarlett Johansson parla di "The Black Dahlia", 'storia forte per distrarre la gente', che inaugura la Mostra del Cinema. Secondo la sexy protagonista del film di Brian De Palma, "quando c'era la depressione, come allora, nel 1947, o guerre, genocidi, come oggi, il pubblico si vuole distrarre con scandali, anche del passato, per non pensare a quel che succede nel mondo". Alla proiezione riservata niente applausi né fischi dei critici, solo qualche mormorio di approvazione. L'attualità (dark) di "The Black Dahlia" per Scarlett Johansson è questa: "Ho cercato di creare un personaggio completamente nuovo, senza trarre ispirazione da nessuno". Sul suo personaggio, la sexy Key Lake, la 22enne attrice spiega: "Per sopravvivere ha creato un'immagine di sé come una persona felice". Per il regista del film, Brian De Palma, è la 5/a volta al Lido, dopo pellicole come "Blow out": "Fare film noir è più difficile che mai - dice - Sono pieni di personaggi fragili che alla fine finiscono all'inferno". Nel cast anche Josh Hartnett, Aaron Eckhart, Hilary Swank e Mia Kirshner, sbarcati al lido. La Mostra proseguirà fino al 9 settembre, quando la giuria assegnerà il Leone d'Oro e gli altri premi principali. Quanto al Leone alla carriera, verrà consegnato a un altro cineasta che ha fatto dell'inquietudine il suo tratto distintivo: David Lynch. "Penso Venezia sia al momento il festival più d'avanguardia d'Europa". Lo dice Catherine Deneuve, presentando le tre giurie della Mostra. L'attrice, che vinse il Leone d'Oro nel 1967 con "Belle du Jour", vuole dirigere la giuria in modo "che si crei una corrente comune tra persone di nazionalità diverse". Insieme a lei Michele Placido, Bigas Luna (Spagna), Cameron Crowe (Usa), Park Chan-wook (Corea del sud), l'attrice russa, Chulpan Khamatova, e il produttore portoghese Paul Branco. Sempre nella prima giornata di ieri, ha esordito In concorso il tailandese "Sang Sattawat": il regista Apichatpong Weerasethakul ambienta la sua vicenda all'interno di un ospedale, in momenti temporali differenti e con una riflessione sulla reincarnazione. Intanto, dopo l'esordio dell''intoccabile' De Palma, sarà presentato oggi, ancora un noir in corsa stasera per il Leone d'Oro. E' "Hollywoodland", di Allen Coulter. Il film, opera prima del regista, rivisita la storia di George Reeves, che vestì i panni di Superman in tv dal '52 al '58, e che fu ucciso con un colpo di pistola nella sua camera da letto. Il caso fu archiviato come suicidio, ma potrebbe essere stato un delitto passionale. Protagonisti Ben Affleck e il premio Oscar per "Il Pianista", Adrien Brody. Nella 2a giornata prenderà il via la sezione Orizzonti: apriranno le danze un documentario sugli anni di impegno pacifista di John Lennon e un biopic sullo scrittore americano Truman Capote. L'intento principale di "The Us Vs. John Lennon" (David Leaf e John Scheinfeld) è quello di far luce su come il musicista inglese fosse entrato nel mirino dell'amministrazione Nixon, della CIA e dell'FBI, soprattutto a causa della sua presa di posizione contro la guerra in Vietnam e i suoi legami con gli esponenti più radicali del movimento pacifista. "Infamous" di Douglas McGrath, con Sandra Bullock e Daniel Craig, ripercorre alcuni anni nella vita dello scrittore statunitense Truman Capote, quelli cruciali in cui realizzò il romanzo "A Sangue Freddo", capolavoro sulla strage di una famiglia avvenuta in un paesino del Kansas. Omosessuale e chic, coccolato dal jet set newyorchese, Capote s'immerse anima e corpo nella vicenda, fino a trovarsi coinvolto in un rapporto molto intimo con uno dei due assassini. Alle Giornate degli Autori sarà la volta di Vincenzo Marra: "L’udienza è aperta" mostra la normalità dell'ingiustizia. "Ho voluto seguire il metodo che usai in "Estranei alla massa", documentario sugli ultras del Napoli. Mi privai di molti pregiudizi e scoprii cose insospettabili. Così è successo anche in questo caso, perché pur avendo ideali molto forti io sono sempre e soprattutto alla ricerca di ciò che si avvicini il più possibile alla verità." |
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