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Recensione: El amarillo

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El amarillo
titolo originale El amarillo
nazione Argentina
anno 2006
regia Sergio Mazza
genere Drammatico
durata 90 min.
distribuzione n.d.
cast G. Moyano (Amanda) • A. BaratelliM. Fratinni
sceneggiatura S. Mazza
musiche G. Moyano
fotografia L. Cámara
montaggio S. MazzaN. MoroM. Oliveira
media voti redazione
El amarillo Trama del film
Un uomo in cerca di lavoro arriva in un paesino sperduto e si rifugia ne "El amarillo", un bar amministrato da un gruppo di veterane prostitute, tra le quali c'è una più giovane (che canta meravigliosamente) con la quale il protagonista riesce a comunicare in una forma casuale e a piccoli passi, in silenzio...
Recensione “El amarillo”
a cura di Riccardo Rizzo  (voto: 5,5)
Una storia curiosa, a metà tra sogno e quotidianità, sospesa tra irrealtà e minimalismo estremo. La prima opera di Sergio Mazza farà sicuramente discutere, dividendo un pubblico che può scegliere di cercare oltre i dialoghi inesistenti e le atmosfere talmente reali da sembrare simboli, o andarsene dalla sala dopo mezz’ora. La chiave di volta sembra risiedere nel non inseguire spasmodicamente un senso ad una trama che, effettivamente, non esiste; chi ha il coraggio (sì, il coraggio) di essere complice del regista può scoprire con sorpresa la presenza di elementi fortemente evocativi che il film sembra suggerire: una musica struggente e ruvida, un walzer di sguardi (rigorosamente in primissimo piano) che sembra essere unica forma di “dialogo”, un umorismo a denti stretti quasi impalpabile. Il resto è una fusione di malinconia e solitudini che si rincorrono in uno spazio senza dimensioni, in un tempo senza conseguenze dirette; tecnicamente El amarillo rifugge a qualsiasi schema e forma comunicativa precostituita, “politicamente corretta”: le sequenze scorrono interminabili con sequenze lunghissime e senza stacchi, la storie dei personaggi sembrano non avere né passato né futuro, e i motivi che spingono il giovane a restare in questo non-luogo (che in realtà è Entre Ríos, paesello al confine tra Argentina, Brasile ed Uruguay) resteranno per sempre un mistero. Sicuramente è un film difficile, quello di Mazza, ma va dato atto di come coraggiosamente riesca a raccontare un qualcosa che al tempo stesso forse non esiste: non c’è politica, non c’è religione, probabilmente non c’è neanche l’amore ma soprattutto non c’è alcun senso intrinseco se non quello che vuole (?) dargli lo spettatore.
Presentato alla 21ma settimana internazionale della critica di Venezia 2006.
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