Dopo la Festa di ieri, con tanto di ospiti a sorpresa - una cinquantina di ragazzi che hanno “sfilato” sul red carpet per protestare contro la chiusura del Centro Sociale Horus decisa da Alemanno, per via del presunto ritrovamento di molotov (“Un film già visto”, dicono…) al suo interno - ecco il Festival.
Il primo film ad essere presentato è stato L'uomo che ama di Maria Sole Tognazzi, il secondo lungometraggio della figlia dell’indimenticabile Ugo, un viaggio nella sensibilità di un uomo che prima conosce il dolore dell’abbandono e del rifiuto, e poi a sua volta lascia una donna della quale non è più innamorato. Il concorso apre così con un film italiano, per la gioia del Presidente Rondi e del sindaco Alemanno, ma anche di tutte quelle persone che oltre al piacere di vedere tanti film si divertono, incuriositi, a vedere sfilare davanti ai loro occhi tante star del cinema: ieri è stato il turno di Al Pacino (al quale è stata consegnata in Campidoglio la ‘Lupa Capitolina’), oggi di Monica Bellucci, Pierfrancesco Favino e Xenia Rappoport. Alla conferenza stampa era presenta anche Carmen Consoli, amica di Maria Sole, per la quale la cantantessa siciliana ha scritto per la sua prima volta una colonna sonora di un film.
Fuori concorso invece è stato presentato il film collettivo 8, diretto da altrettanti registi famosi come Wim Wenders (quest’anno presidente di giuria alla 65 Mostra del Cinema di Venezia), Mira Nair, Gus Van Sant, Gael García Bernal e Jane Campion tra gli altri. Un progetto lodevole e un po’ furbastro teso a mettere in risalto il problema della povertà nel mondo, e ricordando punto per punto/capitolo per capitolo la Dichiarazione degli Obbiettivi del Millennio che l’ONU ha firmato nel 2000. Una promessa di intenti che in questi otto anni è stata puntualmente disattesa. Come se non bastasse proprio l’ONU, tra lo sgomento e l’indignazione dei produttori del film, ha tolto il patrocinio all’opera(zione), testimoniando ancora una volta la propria capacità a difendere i diritti delle persone più con le parole che con i fatti.
Nel pomeriggio è stata poi la volta di un grande regista, molto amato dal pubblico: David Cronenberg. L’autore di La promessa dell’assassino ha prima incontrato la stampa alle 15, poi alle 17 ha tenuto un dibattito con il pubblico che riempiva la Sala Petrassi, con il quale ha parlato del suo rapporto con la letteratura e con l'opera, con gli attori e con la postproduzione dei film, fase ormai importante quanto quella produttiva. Al ‘visionario’ canadese, accompagnato dalla moglie e dal figlio, è stata dedicata la mostra CHROMOSOMES, inaugurata ieri al Palazzo delle Esposizioni e che chiuderà il 16 novembre: una collezione di sessanta inquadrature dei suoi film trasformati in quadri grazie (anche) al lavoro del Centro Sperimentale di Cinematografia.
Ora è ufficiale: il nuovo Festival del Cinema di Roma è iniziato, e i riflettori si sono accesi! Peccato che il cielo sia plumbeo e l’orizzonte sia velato da una sensazione deprimente di monotonia... |