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Giorgio è uno studente modello, figlio di intellettuali borghesi, conduce una vita normale e un po' noiosa. Fino a quando una sera conosce Francesco, coetaneo torbido e affascinante, e tra i due nasce subito una forte amicizia. Francesco si mantiene barando al gioco e Giorgio, attratto dalla personalità e dalla vita avventurosa del suo amico, diventa suo complice... |
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Daniele Vicari conferma quanto di buono aveva già espresso con Velocità massima e L’orizzonte degli eventi consegnando al Festival di Roma, finalmente, un buon film italiano in concorso, quel film tanto ricercato dalla critica (e non solo) dopo gli exploit di Garrone e Sorrentino al Festival di Cannes.
Lontano anni luce da opere come Albakiara e Un gioco da ragazze, 'Il passato è una terra straniera' prova, riuscendoci, a descrivere una generazione problematica e degenerata, persa in un mondo del quale faticano ad innamorarsi. Tratto dal libro di Gianrico Carofiglio, con la sceneggiatura firmata da Massimo Gaudioso, il terzo lungometraggio del regista reatino colpisce per il crudo virtuosismo con cui descrive la realtà in chiaroscuro di personaggio sofferenti, molti dei quali ancora alla ricerca della propria identità. Quella di Giorgio veste una tunica da magistrato, al di sotto della quale si cela un passato da dimenticare eppure necessario: il suo incontro con Francesco coincide con una discesa agli inferi, che lo porta alla consapevolezza di un altro-sé (ora lontano) fatto di eccessi e violenza. Vicari è abile a dare tingere di livido realismo ogni scena e riesce, sebbene la pellicola sconti qualche lungaggine di troppo, ad essere sempre credibile, a trasmettere sulla pelle dello spettatore la sensazione dello sballo in discoteca, dell’adrenalina di una corsa in strada, della bestialità di uno stupro, del supplizio di un “interrogatorio” in caserma…
'Il passato è una terra straniera' convince perché trasuda realismo, mostrando due vite tanto estreme quanto terribilmente “semplici”, nel loro essere instabili: Michele e Giorgio sono persone assolutamente normali, autentiche, così come normali sono i rapporti tra Giorgio e i suoi genitori, ma anche con la sua ex fidanzata o con Maria. Il lavoro in fase di montaggio poi, unito alle musiche puntuali di Teho Teardo, rendono il susseguirsi degli eventi sempre accattivanti, anche se a volte un po’ sconnessi e fuori luogo: probabilmente sarebbero bastati 15 minuti in meno per rendere il film ancora più efficace. |
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Commenti del pubblico |
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