Il film di Scorsese è proprio come la vita di Belfort: spietato, sfrenato, sopra le righe, a un ritmo altissimo. Questi eccessi non sono affatto di troppo, a mio parere, ma aiutano a regalarci un film che è una cavalcata a perdifiato nell'ascesa (e poi nella caduta) del lupo di Wall Street. DiCaprio è su ottimi livelli, alternando registri più drammatici ad alcuni puramente comici, così come il compare Jonah Hill.
Scorsese ritrova la giusta verve, regalandoci una pellicola energica ed elettrizzante, come non accadeva da anni.

A mio parere, il capolavoro di Carpenter. Il senso di oppressione e di ansia è continuo, merito dell'ambientazione all'interno della claustrofobica base in mezzo ai ghiacci. Carpenter gira una terrificante storia di horror puro, che però gli permette anche di mostrare le reazioni di questa comunità: non appena la "cosa" si insinua nel gruppo, la fiducia reciproca scompare gradualmente e toglie ogni speranza.
Da non dimenticare gli effetti speciali "pratici", impressionanti per l'epoca ma in grado di risultare notevoli anche a più di vent'anni di distanza.

Cultissimo film a basso budget di Raimi. Si alternano momenti di horror puro a situazioni grottesche e al limite dell'assurdo, con la regia dinamica di Raimi. Più "serio" rispetto ai film successivi, che amplificheranno gli elementi assurdi e comedy (risultando per certi versi più riusciti, soprattutto il secondo capitolo).