|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
"In ogni strada, di ogni città, c'è sempre un nessuno che sogna di diventare qualcuno".
La parola “nausea” sembra molto adatta per definire l'atmosfera opprimente che regna nel film. De Niro interpreta Travis Bickle, un uomo reduce dal Vietnam incapace di tornare ad una vita normale. Sofferente, psicotico e affetto da insonnia, decide di fare il tassista notturno.
L'ambiente newyorkese non emerge come uno dei più raccomandabili, ma in fin dei conti simile ad ogni grande metropoli di notte: prostitute, sfruttatori, drogati, spacciatori e criminali di ogni tipo assumono sembianze di "zombie notturni" senza una meta. E’ come se le fogne, durante il giorno ordinarie "spugne" del disordine e trascuratezza altrui, si "capovolgessero", vomitando ogni forma di marciume sulle strade della città.
Questa è la fauna notturna che Travis si trova ad affrontare con l'occhio passivo del depresso assalito dalla solitudine. Meravigliose e artificiali come luci di luna-park, le strade brulicanti di un'umanità emarginata che Scorsese ci fa scorrere davanti mettendoci dalla parte di chi le osserva, Travis. Le luci infatti prendono una valenza simbolica, illuminano le strade e i marciapiedi di notte con tonalità rossastre da inferno in terra. E’ così infatti New York per l’ “anarchico guerriero metropolitano”, che più volte invoca il giudizio universale e diluvi che possano ripulire questo immenso bordello una volta per tutte.
Una sorta di allucinante monologo interiore di un uomo disperato e totalmente solo, che vede, dentro di lui, una realtà così straordinariamente allucinata. La città che Scorsese ci mostra è l'incarnazione del male, non ci sono dubbi, ma è il protagonista che la vive al limite. Travis che sull'orlo della disperazione, concretizza la svolta della sua vita...
In “Taxi driver” Scorsese da libero sfogo ad un forte pessimismo esistenziale. Il suo linguaggio iperrealista, trova terreno fertile in una sceneggiatura che spesso salta a piedi pari la logica narrativa del racconto. L'intera storia è deformata dall'occhio del protagonista, che filtra tutto in modo apocalittico profetizzando la fine. La solitudine e l'incomunicabilità divengono la normalità nelle metropoli...indicative di una grande difficoltà comunicativa e mancanza di smania sociale.
Palma d’oro al 29° festival di Cannes (1976).
Premio della British Academy of Film and Television Arts per la migliore attrice non protagonista (Jodie Foster).
David di Donatello Premio Speciale a Jodie Foster e Martin Scorsese (1977). |
|
|
Commenti del pubblico |
|
|
|
|
|
News sul film “Taxi Driver” |
|
|
|
Collaborazione tra LongTake e MIC ( 6 Aprile 2016)
|
|
|
Remake di "Taxi driver" per Scorsese-De Niro (19 Febbraio 2010)
|
|
|
I Golden Globes premiano la carriera di Scorsese (13 Novembre 2009)
|
|
|
Martin Scorsese ritrova Harvey Keitel (24 Gennaio 2008)
|
|
|
"Il buio nell'anima": la vendetta di Jodie Foster (17 Settembre 2007)
|
|
|
"The brave one": Jodie Foster armata e vendicativa (14 Settembre 2007)
|
|
|
Berlinale: Paul Schrader presidente della giuria (11 Gennaio 2007)
|
|
|
|
Ultime Schede |
|
|
|
|