Terzo ed ultimo capitolo della saga cinematografica della famiglia Corleone ideata da Mario Puzo. Distante e difficile, arriva a ben venticinque anni da Il Padrino parte II, in una reprise discutibile ma necessaria.
Michael Corleone è ormai sessantenne e ammalato, dopo aver guidato la famiglia attraverso gli anni settanta il suo unico sogno è di riuscire ad eliminare ogni ombra del passato e riportare il nome dei Corleone nella legalità. Ma le macchie sono troppe e troppo grandi. Nell’arco della sua vita, seguendo i passi di suo padre, ha impiegato ogni sua forza per proteggere chi amava, la famiglia, i suoi figli, la vera ricchezza di un uomo. Purtroppo la realtà dei fatti è l’opposto delle sue aspettative, la famiglia è spaccata, la moglie lontana lo teme, i figli altrettanto, e il fantasma di Fredo, fratello ucciso per un suo ordine, sempre a seguirlo. Bellissima la scena in cui finalmente riesce a confessare i suoi peccati e subito dopo inizia a piangere, ma purtroppo, come dice il cardinale che lo confessa, non si pentirà mai. L’unica vicina fino alla fine a Michael è sua sorella Connie che, ribelle nella seconda parte, con il passare del tempo ha capito e tirato fuori la vera natura di una Corleone, trasformandosi in un personaggio quasi più temibile dello stesso padrino.
L’America in cui si muove Michael non è più quella del padre o quella in cui lui aveva mosso i primi passi da padrino. Sono lontani gli anni del commercio dell’olio nella New York delle cinque famiglie, ma sono anche passati gli anni dell’euforia e del divertimento fra i casinò di Las Vegas e Cuba e le spiagge di Miami. Oggi Michael è un importante uomo d’affari a capo di un vasto gruppo di società a cavallo fra i due continenti.
Ma anche la mafia che lo circonda è cambiata. Non più protezione ed estorsione, non più gioco d’azzardo, non più biechi guardaspalle e freddi sicari. Banchieri, avvocati, politici ed arcivescovi sono gli spietati avversari di don Corleone, i burattinai che più in alto di tutti muovono i fili.
Da un lato le famiglie che vogliono entrare negli affari legali che i Corleone stanno iniziando, dall’altro i potenti finanzieri europei, fra chiesa e politica, che vogliono spremere e poi eliminare il potente padrino, lo ritrascinano nella vita da cui tentava di fuggire. Il suo destino è questo. Nonostante abbia passato tutta la vita a cercare di elevarsi per non respirare più l’aria che fin da piccolo ha respirato, la ritrova identica nelle camere dei potenti, per parlare di business anche qui, con il più terribile di tutti, don Lucchesi, per cui la finanza non è altro che un’arma e la politica è saper tirare il grilletto.
Ne Il Padrino, il giovane Michael descriveva il mestiere di suo padre a Kay paragonandolo ad un qualsiasi uomo di potere, come un presidente o un senatore, e, all’obiezione di Kay che presidenti e senatori non uccidono, Michael sorrideva all’ingenuità della ragazza. Oggi Michael, nella terra madre di Sicilia, si rende definitivamente conto di quanto quelle parole fossero profondamente veritiere, riflettendo come questi politici che in Italia ci sono da molti anni siano la vera mafia.
L’epilogo del capolavoro di Coppola è il nuovo passaggio di testimone, che vede nascere in Vincent, figlio di Sonny, la figura che porterà avanti la “tradizione” di famiglia. Rimane aperto un ciclo destinato a rimanere tale per sempre, per la natura stessa del principio su cui si basa: l’onore, che chiama continuamente sangue e vendetta.
Straordinario Al Pacino ad interpretare un personaggio terribile e bellissimo con maestria d’altri tempi. Difficile comunque continuare l’opera d’arte dopo la già ottima prova in uno dei pochi sequel riusciti della storia del cinema. Eppure Francis Ford Coppola dipinge magistralmente un ulteriore momento dell’epopea creata da Puzo, approfondendo nuovi temi e situazioni per dar vita a quello che è il meno apprezzato, ma forse il più profondamente realista e meno hollywoodiano dei tre lungometraggi.
Nominato a sette Oscar nel 1991, fra cui miglior attore non protagonista per l’ottima prova di Andy Garcia. |
|