Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Tomas Alfredson

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Reduce dal grande successo del Tribeca Film Festival di New York (Premio del pubblico) e del Torino Film Festival, lo svedese Tomas Alfredson sbarca a Roma per presentare "Lasciami entrare", in uscita nelle sale italiane dal 9 gennaio 2009 in circa 100 copie, distribuito dalla giovane Bolero Film. Impossibile evitare il paragone con "Twilight": la storia d'amore tra Oskar e Eli brilla comunque di luce propria, e sarebbe stata accolta con favore dalla critica anche senza questo vittorioso confronto.
a cura di Glauco Almonte
Intervista Tomas Alfredson: Domanda 1La prima domanda è sulla storia: perché è ambientato nai primi anni ’80? E poi, sulle incongruenze, quali l’assenza totale forza dell’ordine, che genera la sfiducia del cittadino. E’ un discorso sulla società svedese o è puro intrattenimento?
Il motivo per cui è ambientato nell’82 è di fedeltà al libro a cui il film si ispira; il libro, vampiri a parte, è molto autobiografico: l’autore aveva 12 anni nell’82. Inoltre al cinema è più facile raccontare una storia così poco realistica se parliamo al passato; la Svezia all’epoca era un paese molto diverso rispetto a quello che è oggi, c’era molto più silenzio e questa storia, che viene raccontata attraverso immagini e silenzi, si adatta meglio a quel periodo.
Per quanto riguarda l’assenza delle forze dell’ordine diciamo che quando si raccontano storie di questo tipo, così fantastiche, non si può insistere troppo con le spiegazioni. Ad esempio, perché non entrano negli ospedali e non rubano tutte le sacche di sangue?
E poi i film svedesi di questo periodo sono pieni di poliziotti, e non ne potevo più.
Intervista Tomas Alfredson: Domanda 2A cosa è dovuto questo revival dei vampiri, non solo al cinema?
Non so spiegarmelo; quattro anni fa, quando abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto, non si parlava di vampiri da nessuna parte. Oggi, come per incanto, vanno di moda.
Intervista Tomas Alfredson: Domanda 3Come dobbiamo interpretare questa storia?
Sicuramente io odio dare un’interpretazione dei miei film; la storia si presta a diverse interpretazioni e io le accetto tutte quante, non sta a me interpretarlo. C’è chi lo vedrà come un film sulle auto d’epoca, chi come un film di iniziazione, chi come un film sul bullismo… Io ho la mia opinione, ma è un film piuttosto aperto.
Intervista Tomas Alfredson: Domanda 4Ha detto che la specificità di questo film lo aiuterà a piacere a livello internazionale. Cosa intendeva?
E’ una stranissima equazione, ma mi sento di poter dire che più sei specifico, e più sei al contempo universale; è un po’ come sta funzionando la globalizzazione, c’è sempre un maggior interesse per forme d’arte molto specifiche, molto legate a particolari linguaggi o a particolari ambientazioni. Credo che noi svedesi siamo molto specializzati nel comunicare con i silenzi: anche non rispondere a una domanda è dare una risposta, e i nostri silenzi possono essere pieni di moltissime cose. Anche il fatto che in molte regioni svedesi si viva per buona parte dell’anno al buio è una cosa che è molto interessante da studiare: è un periodo dell’anno che può essere molto deprimente, ma che ci dà anche molta forza perché dobbiamo convivere con questa oscurità, coin questo buio e anche questo può essere un qualcosa che attrae, che diventa universale perché suscita un grande interesse.
Intervista Tomas Alfredson: Domanda 5In questa estrema economia di mezzi entrano le pochissime informazioni che si danno sui rapporti parentali, tipo il rapporto tra Eli e il suo strano tutore, di cui nulla ci viene detto, un po’ schiavo, un po’ amante, un po’ padre. Perché è lasciato così nell’ombra?
Avevamo lavorato su una sceneggiatura molto rigorosa e che conteneva pochissimi dialoghi, scritti prevedendo un livello poetico dei dialoghi stessi, anche perché volevamo fare un film che si raccontasse soprattutto attraverso le immagini. Forse è per questo che ha questa chiave universale.
Il ersonaggio in questione nel libro è un pedofilo, però oggi la pedofilia è un argomento che viene utilizzato molto spesso come effetto speciale, emotivo, senza però approfondirlo poi in maniera rigorosa, e visto che è un argomento così complesso, delicato, così difficile non volevo aggiungerlo a questo film perché lo avrebbe trasformato, sarebbe stato un tema troppo forte e inquietante che avrebbe avuto un effetto disturbante su quella che è la storia romantica d’amore tra i due personaggi.
Per quanto riguarda il film, se seguiamo la leggenda dei vampiri e immaginiamo che Eli ogni 200 anni si scelga un amante, potrebbe essere un Oskar da vecchio, ma anche una persona mentalmente disturbata, o uno molto innamorato.
Intervista Tomas Alfredson: Domanda 6Problemi stilistici rispetto ai precedenti cinematografici. Es. permesso d’entrare è novità, o roblemi con i gatti. Qual è stato il suo studio sulla tradizione vampirica e sui precedenti cinematografici?
Devo ammettere che prima di fare questo film non sapevo nulla di vampiri, forse avevo visto un paio di film in televisione: lo scrittore del libro, nonché sceneggiatore, mi ha aiutato tantissimo.
Per quanto riguarda il bisogno di essere invitati lui dice che è una cosa molto vecchia, che non è stata raccontata spesso. Su qualcosa abbiamo giocato, tipo Eli che si vede per un attimo riflessa in uno specchio; la cosa dei gatti è nuova, è un ricordo dell’autore di un vecchio un po’ disturbato che viveva con 50 o più gatti.
Intervista Tomas Alfredson: Domanda 7Ci dice qualcosa sulla colonna sonora?
Quando abbiamo pensato alla musica cercavamo una colonna sonora che insistesse sul lato romantico del film; sarebbe stato molto più facile cercare la suspense, ma il film sarebbe stato troppo pesante da sopportare. Il musicista ha cercato uno strumento capace di trasmettere il suono dell’inverno, del freddo, trovando questo “waterphone”, uno strumento di metallo che si suona con un archetto da violino. La musica è stat eseguita da una delle migliori orchestre sinfoniche che lavorano nel cinema, quella di Bratislava; non c’è stato uso di sintetizzatore, è tutta musica analogica.
Intervista Tomas Alfredson: Domanda 8Sa che Danny Boyle sta promuovendo il suo film?
Sì, ho saputo. Ne sono molto fiero, per me è uno dei migliori registi attualmente in circolazione, grazie mille.
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Lasciami entrare
di Tomas Alfredson
Horror, 2008
114 min.
Film diretti:
2011  La talpa
2008  Lasciami entrare
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