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Esce il 29 maggio l'attesissimo film di Niels Arden Oplev "Uomini che odiano le donne", tratto dal primo dei tre best-seller dello svedese Stieg Larsson.
Il regista, che ha lasciato la regia dei due film successivi a Daniel Alfredsson, è venuto in Italia insieme al produttore Soren Staermose ed alla protagonista Noomi Rapace per presentare il film alla stampa. Per i prossimi due episodi dovremo aspettare rispettivamente ottobre e la primavera 2010. |
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Nonostante il titolo, possiamo interpretare questo film come un’opera sull’odio dell’uomo verso l’uomo, con riferimenti specifici al nazismo e ad altre crudeltà storiche? |
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Nella storia di Stieg Larsson così come nel film credo sia importante tener in considerazione il passato, la storia, i rapporti tra la Svezia e la Germania nazista, per vedere come questi elementi influenzino i tempi moderni.
Non so se vederlo come film sulla crudeltà dell’uomo nei confronti dell’uomo, una storia ben nota in Europa; sarei più enfasi al messaggio politico, ad una società contemporanea crudele verso le donne, ai comportamenti patriarcali degli uomini al potere.
Interviene il produttore Sören Staermose: in Svezia ogni anno vengono denunciate ventimila violenze, e sappiamo che solo il 25% degli episodi viene denunciato, per un totale di centomila violenze su nove milioni di abitanti. E’ importante porre l’accento su questa questione ed è importante dibatterne. |
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Nel creare il personaggio di Blomqvist avete tenuto in considerazione la biografia del suo autore, Larsson? |
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Mentre costruivamo il personaggio ne abbiamo discusso, per certi aspetti è un alter-ego di Larsson. Ci abbiamo lavorato nella direzione di un maggior realismo, a volte diventava un personaggio un po’ troppo fantasioso. |
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Sembra che gli uomini d’affari svedesi abbiano una brutta fama... perché questa avversità? Ci sono dei casi reali ai quali vi siete ispirati? |
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Per potersi arricchire non si può essere delle mammolette... Sono sicuro che anche in Italia ne abbiate degli esempi, non c’è bisogno di fare nomi... La Svezia non è peggiore di altri Paesi.
Per molti anni abbiamo goduto dell’immagine pubblica di Paese perfetto, con pari diritti per le donne, umanità, ma c’è anche un’altro aspetto tipo la produzione di armi, un lato dark della società. La missione di Larsson come giornalista era quella di portare alla luce i lati oscuri della società. |
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I diritti del quarto libro a chi sono andati? |
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Sören Staermose: la famiglia ha deciso di non pubblicare il quarto libro, Larsson aveva scritto 300 pagine delle 400 previste. Tra l’altro il libro era ambientato in Canada, con migliaia di orsi polari... Pare poi non fosse il quarto ma il quinto, Larsson aveva pianificato una serie di dieci libri tracciandone brevemente la trama. |
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E’ considerato un autore più americano che svedese... |
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La scrittura di Larsson si innesta nella tradizione svedese del thriller, anche se di maggiore intrattenimento. I suoi personaggi sono molto europei, Lisbeth è l’eroe femminile complesso europeo, non riuscirei ad immaginarla venir fuori dalla letteratura americana. |
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Sappiamo che all’inizio non era interessato a questo progetto, cosa le ha fatto cambiare idea? |
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Quando Sören mi ha chiesto di fare questo film stavo scrivendo un film sui testimoni di Geova e non avevo mai letto i libri di Larsson: sembrava un classico thriller in stile svedese e pensavo che ce ne fossero già abbastanza. Sören è tornato alla carica e mi ha persuaso, ho letto il libro: era materiale insolito, diverso dalla letteratura scandinava di questo genere. Mi interessava l’aspetto drammatico, non solo il giallo, per fare un film che venisse guardato dal pubblico non solo con gli occhi, ma con il cuore. |
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Come vi siete trovati con il crescere delle aspettative mentre lavoravate? |
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Avevamo potuto realizzare “Uomini che odiano le donne” in mille altre maniere. Secondo me era necessario prestare attenzione alla qualità, che fosse la migliore in ogni inquadratura e questo ha richiesto del tempo. Una mia condizione era quella di avere il completo controllo artistico, Sören ha dovuto correre qua e là in caccia di soldi, siamo passati dai 60 giorni previsti per le riprese ad 85 e mia moglie, quando sono tornato il 3 luglio, non mi ha riservato una grande accoglienza...
Alla fine non abbiamo fatto un film americano, ma non abbiamo potuto nemmeno fare un tipico film scandinavo, quei piccoli film deprimenti tutti in un’unica location. |
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E gli altri film? Li avete girati insieme? |
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Sören Staermose: Ho chiesto a Niels di fare la regia di tutti e tre, ma lui vuole essere coinvolto in tutte le fasi della produzione, anche la post-produzione. Quindi ha girato il primo nel 2008, il secondo e il terzo li ha girati un altro regista, Daniel Alfredsson, li abbiamo girati insieme anche perché sono molto legati tra loro. Ora sono in post-produzione, usciranno in Scandinavia rispettivamente il 18 settembre e il 27 novembre (in Italia in ottobre e in primavera, ndr). |
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