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John, avvocato, e Ann sono in crisi, anche a causa di una storia segreta tra lo stesso John e Cynthia, la sorella della moglie. Quando entra in scena Graham, un ex compagno di scuola di John, gli equilibri si rompono e Ann finisce con dire più cose a lui sulla propria vita privata di quanto non riesca a dire al suo freddo e professionale logoterapista. Incuriosite dalla riservatezza di Graham e dal suo hobby maniacale di registrare su videotape racconti scabrosi, Cynthia ed Ann, l'una all'insaputa dell'altra, si prestano alla sua insana curiosità raccontando davanti al video le loro esperienze... |
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“Sesso, bugie e videotape”, primo e significativo film di uno Steven Soderbergh allora 26enne, esce nel 1989, sul concludersi di un decennio post-rivoluzione sessuale che ha messo il sesso al centro dei discorsi e dei problemi delle persone. Un periodo nel quale la sensualità viene assorbita da una sessualità sempre più manifesta e impulsiva, che con la sua insolenza - più o meno volontaria, ma senza dubbio povera – semina vittime e sparge ipocrisie.
La bravura e l’intelligenza del regista sta nel concepimento di una sceneggiatura che si concentra senza dispersioni sul sesso prima di tutto come idea che precede (e include) il piacere del corpo, servendo osservazioni senza troppi compiacimenti filosofici. Soderbergh racconta tutto con estrema eleganza, analizzando i comportamenti umani nel quotidiano, avventurandosi nei silenzi e nelle meschinità, cavalcando le sfumature e le banalità. La critica sociale, ovviamente, è molto chiara e parte dal concetto che “tutti abbiamo problemi”.
“Credo che il sesso sia sopravvalutato” pronuncia Ann – una Andie MacDowell molto adatta e particolarmente brava – in una discussione con Graham, mentre il marito John è a letto con sua sorella Cynthia. Il suo matrimonio è in crisi e il sesso è diventato un problema, oltre che un lontano ricordo. Il candido e impotente Graham, ex compagno di scuola di John, entra nella vita di Ann introducendo, molto più efficacemente di un logoterapista, elementi come la parola, il rispetto ma anche il silenzio e il sesso come strumenti di conoscenza.
Soderbergh si dimostra umile e abile nella gestione di una sceneggiatura cruda e intima, caratterizzando, con pochi tratti e nel modo più efficace, quattro personaggi molto diversi tra loro, che interagiscono rivelando ogni volta un’ulteriore sfumatura del proprio carattere, del proprio malessere. L’inserimento dell’elemento video (il videotape che diventa entità-confessionale) catalizza emozioni e suggerisce analisi di una società che sempre più rimpiazza la realtà con la sua rappresentazione.
Un film parlato (tanto per citare il maestro Manoel de Oliveira) che punta su una sensazione invisibile ma ben precisa: il nichilismo – che incalza i protagonisti Ann e Graham, ma in generale chiunque sceglie di vivere escludendosi dalla ‘volgare’, ‘irruenta’ e ‘disonesta’ massa – deve essere percepito e conseguentemente contrastato con l’amore e soprattutto con una interiore consapevolezza. Malattia e solitudine, dunque, proposte come le più probabili delle vie, ma non le uniche. Fortunatamente.
“Sesso, bugie e videotape” ha ricevuto la Palma d'oro al Festival di Cannes 1989, il premio alla miglior opera prima e all'attore James Spader. |
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Un film che, a modo suo, ha fatto epoca, come alcune pellicole capaci di descrivere con brevi tratti l'atmosfera di un periodo. Il punto forte del film è proprio la capacità di incollare lo spettatore alla narrazione, focalizzando l'attenzione alla trama e vincolandolo con un'atmosfera sincera, vivida, ottenuta grazie alla buona interpretazione del risicato cast. Non mancano alcune macchie, come i personaggi troppo caricaturali e lo sviluppo sbrigativo in alcuni punti della storia, però il film risulta piacevole nella sua visione.
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L'analisi del desiderio più profondo, quello sessuale, in quattro soli personaggi, posti in relazione tra loro attraverso vincoli familiari, pregresse amicizie, videotapes. Il film di Soderbergh, Palma d'Oro a Cannes, indaga sulle pulsioni sessuali umane, sulle dinamiche centrifughe all'interno dei rapporti di coppia, sulle menzogne e sulle ipocrisie delle apparenze nel vivere sociale: un'anticipazione di Eyes Wide Shut o forse uno sviluppo del Doppio Sogno di Schnitzler ripreso con telecamera fissa da intervista. E' forse l'uso della telecamera secondo i canoni delle riprese televisive il tratto più geniale ed importante del film. Bravissimo Spader. Brava e veramente bella la MacDowell.
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