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Gennaio del 1905: la Russia è sull’orlo della rivoluzione. Le pessime condizioni in cui sono tenuti, spingono i marinai della corazzata Potëmkin ad ammutinarsi. A Odessa, dove la nave attracca, la popolazione è solidale con l’equipaggio ribelle; quando le truppe zariste sparano sulla folla, la corazzata risponde al fuoco. La flotta, che ha l’ordine di affondarla, disobbedisce: la bandiera rossa continua a sventolare sull’albero del Potëmkin. |
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Chiedersi cosa sia La corazzata Potëmkin oggi è inutile e fuorviante: il film è un’opera del ‘25, commissionato per commemorare il ventennale della rivolta del gennaio 1905. La questione è dunque cosa fosse La corazzata Potëmkin nel 1925.
Prima ancora che un film, il Potëmkin è un’idea: il governo lo ha in mente come opera celebrativa, e come tale di propaganda. Ma ciò che ne risulta va ampiamente al di là del mero fine propagandistico, fatta salva l’ideologia rivoluzionaria.
Nel momento in cui prende vita, La corazzata Potëmkin si rivela un’opera sublime di montaggio più che di regia: nei cinque atti della ‘tragedia’ si stagliano, giganti uno di fronte all’altro, i due soli protagonisti del film, la corazzata e la scalinata. Due volte Ejzenštein gioca con le inquadrature facendo apparire e scomparire le persone: mentre la folla si materializza, e i marinai svaniscono nel nulla, la scala e la nave rimangono. Nelle frequenti inquadrature del ponte o dello scafo della corazzata risalta la metallica rigidità del gigante del mare; di contro, scavata nella terraferma, la scalinata di Odessa ancor prima di pullulare di persone si afferma espressione d’un movimento verticale, splendidamente sfruttato nel IV atto.
Gli attori spariscono, relegati dai due simboli della rivoluzione ad elemento extra-filmico: nei momenti di pathos più alto – l’inquadratura dei pugni che si serrano, mentre la folla si scalda, e la sparatoria sulla scalinata – nei loro gesti, nelle espressioni dei volti, è più forte l’idea di propaganda che quella di rivoluzione.
L’opera sarebbe compiuta, ma la successiva aggiunta della musica, che nulla aggiunge al film, ma vi si fonde mirabilmente, non può essere omessa.
Tutto il resto è letteratura. |
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