Scontro sociale, condizione operaia, contraddizioni del boom economico…All'inizio, così come alla fine del film, i nodi di un rapporto discretamente contorto: quello di un fratello maggiore analfabeta, che si consuma la pelle addosso pur di mantenere gli studi al fratello il minore, oggetto di attenzioni, quasi oppressive nel loro esasperato buonismo, destinate a permettergli il riscatto sociale.
Scegliendo di raccontare una storia d'emigrazione, nella Torino degli anni Sessanta, quella dei cartelli con scritto sopra "non si affitta ai meridionali", quelli del confronto con la modernizzazione, Amelio poteva correre il rischio di schiacciare la storia dei due fratelli siciliani, Pietro e Giovanni, sotto il peso di un eccessivo sociologismo (la fabbrica, la scuola, la famiglia).
Ad Amelio non interessa trarre una lezione da quegli anni, piuttosto risulta evidente la sua voglia di un film “filosofico” più che narrativo.
Gli elementi “storici”, passano quasi subito in secondo piano, per lasciare il campo a quegli elementi "filosofici", appunto, che possono meglio illuminare i comportamenti dei due fratelli e insieme gli anni che hanno attraversato.
Ecco perché le sei giornate scelte per essere raccontate sullo schermo hanno tutte un titolo (arrivi, inganni, soldi, lettere, sangue e famiglie) che aiuta lo spettatore a capire il vero soggetto del film. La macchina da presa di Amelio oscilla costantemente tra i due protagonisti, evitando di spiegare tutto, ma permettendoci di capire molto.
I due fratelli si muovono con difficoltà in una città per lo più ostile, si amano di un amore disperato e difficile, con picchi di un'intensità che fa male al cuore, ma non possono capirsi, perché per Giovanni, Pietro è un simbolo più che un fratello, è la sua unica speranza di riscatto e di conciliazione in un mondo che sembra respingerlo in ogni momento.
E mentre Torino continua a scorrere dolente davanti ai nostri occhi, simbolo di un nord ostile ed indifferente, ci si avvia verso il terribile finale, dove il sacrificio si rovescia quasi fosse l'unica possibilità di conciliazione tra due realtà inconciliabili, nord e sud, Pietro e Giovanni...
Leone d'Oro alla Mostra di Venezia (1998). |