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è lo stesso Kitano a definire questa pellicola la conclusione del trittico sull'arte: Takeshi's e Glory to the Filmmaker.Demenzialità e ironia sono sempre precedute e accompagnate da un’amarezza e una malinconia di fondo che non risparmiano alcuna delle sue pellicole..Spariscono le divagazioni irreali dei suoi ultimi lavori a favore di un racconto lineare che ripercorre dal principio la vita del protagonista. Ci sono i suoi colori, i suoi quadri finalmente svelati al pubblico, confessione forse, di stati d’animo e angosce dell’autore.
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