Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Miroslav Slaboshpitsky

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Esce in sala anche in Italia "The Tribe", lungometraggio d'esordio del regista ucraino Myroslav Slaboshpytsky che ha richiesto un periodo di circa cinque anni di lavoro tra pre-produzione, riprese e post-produzione. Il film racconta l'iniziazione alla vita di un giovane ragazzo sordo, inserito in un contesto sociale estremamente duro. Il regista racconta al pubblico il suo interesse per il mondo delle persone sorde e le difficoltà oggettive di girare nel suo Paese in questo periodo.
Intervista Miroslav Slaboshpitsky: Domanda 1Perché scegliere di girare un film praticamente muto?
Avevo pensato di fare un film del genere già vent'anni fa. Si tratta certamente di un omaggio al cinema muto in cui gli attori comunicano attraverso i gesti. Lo so, questo tipo di film vengono realizzati quasi tutti gli anni, con successo o meno. Ad ogni modo tutti quelli che ho visto seguono una certa stilizzazione del cinema muto. Per quanto riguarda me, l’obiettivo principaleera di realizzare un film muto più realistico, più naturale, che potesse essere capito facilmente anche senza parole. Il punto è che al giorno d’oggi ci sono molti film, specialmente per la TV, che puoi anche solo ascoltare. E il pubblico ormai è abituato a questo tipo di prodotto. Poi, ci sono film in cui gli attori stanno in silenzio tutto il tempo. Io stesso ho girato un cortometraggio muto. Ma con The Tribe, ho seguito un’altra strada, unica e congeniale per il mio film. La lingua dei segni è come una danza, un balletto, una pantomima, il teatro kabuki, e così via. Allo stesso tempo, non ha nulla di grottesco – le persone comunicano in quel modo per davvero. Inoltre, stando ai recenti sviluppi in campo medico, la lingua dei segni diventerà una lingua morta in prospettiva. Ad un certo punto cesserà di esistere. Ma io la trovo affascinante e volevo condividere questa sensazione con il pubblico
Intervista Miroslav Slaboshpitsky: Domanda 2Come avete lavorato con attori sordi?
Non ho mai tenuto in considerazione l’idea di realizzare questo film con attori udenti. Penso che sarebbe stato un film completamente diverso. Il linguaggio del corpo, la lingua dei segni, per i sordomuti è normale. Ed è molto personale. Molto più personale che la lingua francese o il russo o il tedesco parlato da una certa persona. Questo perché parlando le persone usano solo i muscoli facciali per pronunciare le parole, mentre i non- udenti usano l’intero corpo per comunicare. E questo è ciò che li rende unici ed estremamente interessanti. Il casting degli attori è durato circa un anno ed è stato condotto principalmente per mezzo dei social network. Per ovvie ragione i social network sono molto popolari fra i sordomuti. Abbiamo provinato circa 300 candidati provenienti da Russia, Ucraina e Bielorussa per i ruoli principali. E nonostante vi siano 8 teatri specializzati per attori e pubblico non-udente in questi paesi, non abbiamo utilizzato neanche un attore professionista per il film. Tutti i nostri piccoli artisti sono ragazzi di strada, la maggior parte vengono da famiglie povere e svantaggiate. Il principio di base con cui abbiamo condotto i casting è che non cercavamo attori adatti ad un ruolo specifico. Cercavamo piuttosto una personalità carismatica, capace di attirare la nostra attenzione e, solo dopo, pensavamo a quale ruolo avrebbe potuto interpretare. Tutte le scene sono state provate prima di essere girate e a volte abbiamo dovuto ripeterle più volte. Il tutto è costato quasi seimesi di lavoro. Penso che i nostri attori abbiano fatto un’esperienza unica nella loro vita. Per me di certo lo è stata.
Intervista Miroslav Slaboshpitsky: Domanda 3Dove e come è stato girato "The Tribe"?
La maggior parte delle riprese ha avuto luogo a Kiev, nel quartiere in cui ho trascorso la mia infanzia. Questa parte della città era chiamata Stalinka in onore di Stalin, e ha conservato questo nome anche oggi. La maggior parte degli edifici è stata costruita dai prigionieri di guerra tedeschi dopo la II Guerra Mondiale. È situato alla periferia di Kiev. Questo quartiere proletario, tutto costruito in mattoni rossi, assomiglia ad alcune zone di New York. Le riprese sono iniziate poco prima delle proteste in Ucraina e sono terminate dopo l’invasione della Crimea da parte della Russia. C’era molta tensione sul set. Alcuni membri del cast, attori inclusi, nel tempo libero partecipavano alle proteste e agli scontri. In alcune occasioni abbiamo dovuto sospendere le riprese a causa dei blocchi stradali. Le automobili che trasportavano le attrezzature non potevano raggiungere il set. Io e il produttore abitiamo a 4 chilometri da piazza Maidan, mentre la location si trova a 15 chilometri. Paradossalmente recarsi sul set era come evacuare dalla zona degli scontri.
Intervista Miroslav Slaboshpitsky: Domanda 4Com'era l'atmosfera sul set?
Non è stata una produzione cinematografica "seria", l’atmosfera era piuttosto quella di una piccola pizzeria di famiglia. Il produttore e direttore della fotografia, Valentyn Vasyanovych, è anche il regista di bellissimi documentari in cui si occupa anche delle riprese. Ha ricevuto il Premio per il Miglior Documentario al Festival di Clermont-Ferrand nel 2005. Ho visto i suoi documentari ed ho amato il suo stile, credo che il suo modo di girare sia fantastico. Siccome possiede uno studio e molte attrezzature, tutto è andato per il meglio. Abbiamo lavorato molto bene e spero di fare un altro film insieme a lui.
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The Tribe
di Miroslav Slaboshpitsky
Thriller, 2014
130 min.
Film diretti:
2014  The Tribe