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Film d'apertura del 67mo Festival di Cannes, "Grace di Monaco" è ora nelle sale italiane. La pellicola è stata preceduta dalle critiche della famiglia Grimaldi, preoccupata per un ritratto consdierato non veritiero del Principe Ranieri (Tim Roth), e da una tiepida accoglienza sulla croisette. Star indiscussa della pellicola è Nicole Kidman, nella parte dell'ex attrice diventata Principessa. Olivier Dahan racconta alla stampa il lavoro sul personaggio della Principessa Grace. |
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Di cosa parla precisamente il film? E' una biografia della Principessa Grace di Monaco? |
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“Grace di Monaco” è una storia romantica che racconta la vita di Grace Kelly, la grande star di Hollywood, e della sua ascesa al ruolo più importante, quello di Principessa di Monaco. Le relazioni tra la Francia e la Rocca di Monaco non sempre sono state rose e fiori, ma nel filmquello che ci interessa mostrare è come una nuova arrivata dalla scintillante Hollywood sia riuscita ad influenzare e a lasciare il segno nelle relazioni tra i due Paesi. Una specie di "scontro tra culture diverse". |
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La vita privata dei monarchi ha sempre affascinato il pubblico... |
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Il pubblico è sempre molto incuriosito e affascinato dalle storie di principesse e famiglie reali. Ne è una prova evidente la frenesia dei media che circonda i matrimoni reali. In questo caso però abbiamo osservato la famiglia reale attraverso il prisma del suo destino storico e delle enormi responsabilità di cui si è fatta carico, e siamo arrivati a comprendere come alcuni cambiamenti in particolari brevi momenti storici abbiano consentito a ciascun personaggio di maturare, in particolare per quanto riguarda la Principessa Grace. Come regista so che “Grace di Monaco” affronta temi che mi sono cari, come il peso della storia su alcune persone, il carisma e il fascino esercitato da alcune donne nella loro epoca e lo stupore suscitato da percorsi di vita come quelli di Grace Kelly o di Edith Piaf. |
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Che stile ha voluto dare alla pellicola? |
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Ho voluto filmare una realtà trasposta per rivelare i dettagli un po' alla volta, non solo attraverso le inquadrature e le scenografie, ma attraverso la cronologia della narrazione, in modo che lo spettatore arrivi a leggere attraverso gli occhi di Grace quell'epoca e gli eventi da lei vissuti. Lo stile delle immagini che ho voluto ottenere con l'aiuto del direttore della fotografia, Eric Gautier, è quello del cinema americano degli anni '60, di registi come Alfred Hitchcock; un cinema meticoloso, ma sobrio ed elegante, per accompagnare l'evoluzione di una delle figure più importanti della seconda metà del XX secolo fino al momento in cui assume davvero lo status di "Sua Altezza Serenissima Principessa di Monaco". |
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