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In sala, distribuito da Teodora Film, "Ti sposo ma non troppo" - trasposizione della fortunatissima commedia portata a teatro da Pignotta. Il film segna anche l'esordio alla regia cinematografica per l'attore e sceneggiatore. "Ti sposo ma non troppo" racconta le vicissitudini di due coppie e i tentativi di Luca (Pignotta) di conquistare Chiara (Vanessa Incontrada). Il regista racconta alla stampa l'idea da cui è nato il film. |
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Qual è il tema centrale del film? |
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Il protagonista di questa commedia brillante è l’amore, nelle sue forme più diverse: l’amore perduto, desiderato, sperato, sognato, pericoloso, ritrovato. Il percorso stesso dei quattro protagonisti ha come meta l'amore e ho cercato di mostrare le loro debolezze all’interno di un meccanismo comico di situazione, in cui si riesce a sorridere ma anche a riflettere sulle eterne dinamiche sentimentali. |
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Siamo di fronte alla classica situazione che vede protagoniste due coppie... |
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Tutti i personaggi si evolvono durante il film, fino a trovare un'isola sulla quale approdare, con nuove consapevolezze. C'è un duplice punto di vista: quello femminile, che prevede un’attrazione congenita verso la favola, continuamente inseguita e mai conquistata (fino a prova contraria!), e quello maschile, più elementare e sintetico, che non riesce a far prendere il volo ai propri sentimenti. Naturalmente queste tesi sono pronte a essere sovvertite dagli eventi. Tutti noi abbiamo quotidianamente il diritto di sognare una relazione davvero speciale. E proprio quando tutto sembra svanito, arriva l'imprevisto che ci sorprende. |
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Chi sono i personaggi di questa storia? |
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Ho cercato di raccontare l'Amore 2.0 ai tempi dei social network con una commedia degli equivoci che avesse tra le pieghe del divertimento una traccia emotiva riconoscibile e un romanticismo mai sdolcinato. In fondo, è una favola vera. I personaggi che ho disegnato sono fallibili ma sono dei puri. Anche quando arrivano a essere disposti a tutto per la conquista dell'altro, non c'è mai malizia ma un'ingenuità che provoca tenerezza e immedesimazione. Peraltro, si tratta di una generazione di tardo trentenni che in maniera più o meno latente vive l'amore con grande difficoltà, cercando la perfezione di un sentimento che troppo spesso ci viene proposto come complicato e dimenticando che è la spinta emotiva più istintiva e primordiale che ci sia, verso la quale l'unica soluzione è abbandonarsi. Anche a costo di rendersi ridicoli e farci sorridere di noi stessi! |
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