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Alejandro è un adolescente privilegiato che vive nella “Zona”, quartiere benestante nel centro di Città del Messico, protetto da guardie private e circondato da alte mura. Oltre i confini ed il filo spinato c’è la miseria più nera. Il giorno del suo compleanno, tre ragazzi delle favelas riescono a penetrare nella Zona e ad introdursi in una delle case. La rapina finisce male e un’anziana donna muore. Due dei giovani rapinatori vengono uccisi mentre tentano la fuga. Il terzo, Miguel, riesce a fuggire ma non a lasciare la Zona... |
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Il confine è la rappresentazione dell’odio e della discriminazione, dell’ignoranza e della guerra.
Il mondo è portato all’autodistruzione perché ci saranno sempre pochi ricchi da una parte e miliardi di poveri dall’altra, cinici e insicuri i primi, condannati alla disperazione i secondi. La società va verso la disumanizzazione, la fobia del controllo causata dalla paura del diverso conduce ad una spirale di violenza e ossessione, e persino le leggi e le norme sociali - travestimenti borghesi che celano la paura di perdere qualcosa che si sente proprio - perdono di significato quando il cancro della paranoia distrugge la razionalità.
Il moderno oggigiorno assume sempre più le sembianze di qualcosa di anonimo e impersonale, senza anima e senza identità, bello fuori e marcio dentro: le graziose villette-con-giardino-e-box-auto che vediamo ne La Zona in realtà non sono altro che gabbie dorate di chi si crede libero e invece non lo è, persone in giacca e cravatta che svelano la loro bestialità e la loro ferocia non appena si accorgono che nessun muro, per quanto alto possa essere, potrà “proteggerli” dal mondo esterno, quello crudele e reale che i loro occhi non vogliono vedere. Viene da chiedersi il significato della parola progresso, quale speranza può dare una società corrotta e che fomenta la legge del taglione, che tende sempre più a dividere e porre limiti che non a con-dividere ed eliminare barriere.
Contro tutto questo si alza, potente, il grido di Rodrigo Plà (e della moglie, che ha scritto il libro dal quale è tratto il film) che dimostra al suo esordio una capacità formidabile di unire drammaticità e realismo, azione e morale. Si esce sconvolti dalla crudezza di certe immagini - tanto metaforiche quanto reali - e dall’angoscia che queste provocano: il raccapricciante linciaggio, epilogo della caccia all’uomo durata tutto il film, è il momento clou di una tensione che si accumula minuto dopo minuto, accentuata dall’uso delle immagini delle telecamere a circuito chiuso che generano una sensazione di perenne vigilanza e controllo.
Quando poi tutto finisce e le luci si riaccendono, rimane la sensazione di vivere in un mondo ingiusto e cattivo, e la voglia di abbattere tutti i suoi muri, compresi quelli che ergono nei cuori delle persone che ci vivono. |
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Rodrigo Pià esordisce con un soggetto forte e quanto mai attuale, risparmiandoci prediche e metafore. Ritmo e suspense sempre vivi, finale devastante. Eccellente spunto di riflessione. Tra i diversi premi, migliore opera prima a Venezia.
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Ci vorrebbe forse troppo coraggio a farlo vedere nelle scuole superiori eppure questo bellissimo film e' molto educativo, chi ne uscirebbe più' colpito e' proprio chi All' inizio farebbe il tifo x gli improbabili forcaioli borghesi del residence. In fondo chi ne esce più sconvolto e' il padre sicuro di se' . Un film di altissimo livello anche x la regia e l ottima sceneggiatura.
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Film molto duro, tra cittadini che si vogliono far giustizia da sè in nome della "sicurezza" e polizia corrotta ,la sola speranza è il giovane Alejandro, che ha il coraggio di nascondere il fuggiasco...
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News sul film “La zona” |
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"Tetro": il nuovo film di Francis Ford Coppola (17 Dicembre 2007)
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