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Mancano due settimane alle elezioni presidenziali, e il Presidente degli Stati Uniti in carica viene coinvolto in uno scandalo, per le possibili accuse derivanti dalla violenza subita da una minorenne all'interno della Casa Bianca. Prima che l'incidente possa causare danni irreparabili per la rielezione, viene chiamato alla Casa Bianca Conrad Brean, consulente esperto di mass media, al quale viene affidato il compito di fare in modo che l'opinione pubblica sia impegnata con qualche altro avvenimento, così da coprire l'eventuale svolgersi della "questione" che coinvolge il Presidente... |
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Uno scandalo sessuale sta per travolgere il Presidente degli Stati Uniti a pochi giorni dalle elezioni che decideranno su un suo eventuale nuovo mandato. Eppure, in “Sesso & Potere”, diretto da Barry Levinson, il Presidente non si vede mai. Tutta l’attenzione è spostata su due personaggi piuttosto ambigui: il consulente Conrad (Robert De Niro), che è stato chiamato in qualità di esperto di mass media, e il produttore hollywoodiano Stanley (Dustin Hoffman), che è ingaggiato per allestire una qualche storia che possa tenere impegnata l’opinione pubblica fino al voto. La decisione cade su una guerra virtuale all’Albania, della quale l’americano medio ignora probabilmente anche la collocazione sul mappamondo. La cosa, stranamente, sembra funzionare, ma una cosa che si è imparato alla perfezione con i film americani è che bisogna sempre fare i conti con la CIA.
Prima delle battute finali, in cui il film sterza e assume dei toni decisamente più seri, ci si gode divertiti i duetti dei due loschi protagonisti che, agli occhi dello spettatore, sono e restano dall’inizio alla fine due perfetti sconosciuti che sono in grado di cambiare le sorti dell'America ma anche dell'equilibrio internazionale.
A dispetto della traduzione italiana, il titolo originale “Wag the dog” (letteralmente “Dimena il cane”) e la frase introduttiva del film suggeriscono una riflessione sul rapporto e l’inversione di ruolo tra chi governa – la coda – e chi viene governato – il cane – ed è convinto di avere il controllo. Il merito del film sta, comunque, nel dichiarare di non volersi prendere troppo sul serio. Il regista Levinson dà vita a una commedia sarcasticamente divertente, al limite del grottesco, con una buona intuizione: i miti patriottici americani vengono cinicamente riproposti e smontati, svelando i retroscena della loro ‘progettazione’ a tavolino. Il messaggio che ne deriva è piuttosto chiaro: lo scherzo può rivelarsi più serio del previsto. E in effetti questo film sembra voler essere più una sorta di ‘sveglia’ per la massa “bramosa di spettacolo” che una critica alla ‘sporca’ politica e al potere massmediologico.
Il tema è forse abusato, la regia certo non esaltante, ma questo “Sesso & Potere”, che ovviamente non è “Stranamore” così come Levinson non è Kubrick, è un film-medio decisamente molto dignitoso. |