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Recensione: Diciassette anni

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Diciassette anni
titolo originale Guo nian hui jia
nazione Cina / Italia
anno 1999
regia Zhang Yuan
genere Drammatico
durata 90 min.
distribuzione Cinecittà Luce
cast L. Bingbing (Chen Jie) • L. Lin (Tao Lan)
sceneggiatura Z. WenN. DaiY. Hua
musiche Z. Jiping
fotografia Z. Zigui
montaggio Z. YuanJ. Quadri
media voti redazione
Diciassette anni Trama del film
Tao Lan è finita in carcere perché in un eccesso d'ira ha ucciso la sorellastra con una bastonata. Sono passati diciassette anni e ora la ragazza, uscita dal carcere, torna in licenza premio (è la notte di Capodanno), a casa dai genitori. La accompagna una guardia carceraria che non se la sente di lasciarla sola, visto che nessuno è venuta a prenderla fuori dal cancello del carcere. Il viaggio le fa scoprire che la Cina non è più la stessa e che la casa dove abitava con i suoi è stata demolita.
Recensione “Diciassette anni”
a cura di Andrea Olivieri  (voto: 7)
Per rappresentare uno dei temi centrali del cinema cinese, il conflitto fra tradizione e nuovo che avanza, il regista indipendente Zhang Yuan, ha scelto questa volta una parabola esemplare. Pur mostrando una società povera e travagliata tra passato e presente, contiene un'opzione di fiducia enormemente ottimistica: è possibile la redenzione attraverso il carcere, a patto dell' impegno personale e del senso di umanità individuale.
Dal punto di vista estetico, il merito maggiore della pellicola, è il modo in cui riesce a mantenere l'equilibrio tra una sobrietà d'immagine quasi documentaristica e il rispetto delle leggi drammaturgiche del mélo. Un melodramma rigoroso e scarnificato, tanto più efficace proprio per questo.
La vicenda, caratterizzata dall'esplosione di passioni assolute e contrasti familiari, sembra tratta da una tragedia classica, ma la messa in scena, semplicissima e lineare, rimanda alla tradizione neorealista. Come il cinema neorealista dell'Italia post-bellica era stato capace di raccontare nel modo più efficace la realtà dell'epoca, anche "Diciassette anni", quasi senza averne l'aria, offre una serie di interessantissime informazioni sulla Cina dei nostri giorni.
Lo sguardo di Zhang Yuan è decisamente problematico, e proprio questo deve avere infastidito le autorità cinesi, che, almeno in un primo momento, avevano vietato la circolazione del film.
Gran Premio della Giuria a Venezia.
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