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Recensione: Domani brucio

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Domani brucio
titolo originale Ghodoua Nahrek
nazione Tunisia
anno 1998
regia Ben Smail
genere Drammatico
durata 95 min.
distribuzione n.d.
cast A. Hedhili (Lofti)
sceneggiatura B. SmailL. De BonneriveM. Marouani
fotografia Y. Ben Youssef
montaggio K. HammoudaY. Compte
media voti redazione
Domani brucio Trama del film
Lofti, intellettuale tunisino emigrato a Parigi, torna a Tunisi. In città ritrova la madre e gli amici di un tempo. L'uomo gravemente malato vagabonda per la città alla ricerca dei luoghi che gli ricordano la sua vita passata.
Recensione “Domani brucio”
a cura di Andrea Olivieri  (voto: 6)
Lofti è un quarantenne molto provato e gravemente malato.
Espulso dalla Francia, dove lascia moglie e figlie, torna in Tunisia.
Va dapprima nella casa dei vecchi genitori, che sorpresi, lo accolgono con affetto, preoccupati per la sua salute.
Poi decide di partire alla ricerca dei luoghi e dei volti che hanno marcato la sua infanzia e la sua giovinezza.
Per due giorni vaga per le strade di La Goulette dove è cresciuto, incontra vecchi amici rimasti poveri e semplici, altri arricchitisi, alcuni emarginati che lo accolgono subito come uno dei loro, qualche parente.
Un percorso quasi psicoanalitico, quello del regista tunisino, che affronterà ricordi e scioglierà nevrosi che non sono solo personali ma direttamente legate al tessuto sociale.
È un racconto sull'urgenza, sulla difficoltà di essere diversi, e un messaggio di grande umanità per dire a coloro che sono rimasti, che partire non vuol dire abbandonare il proprio paese, ma imparare ad amarlo.
Un tema sociale di grande attualità come l'immigrazione, in questo film, si fa interiore e si trasforma in una storia universale e senza tempo di spaesamento e di alienazione.
Presentato al festival di Venezia (1998).
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