I fratelli Coen di classe ne hanno da vendere e qui lo dimostrano con un film che va' oltre la parodia e la caricatura dell' ambiente legato al cinema utilizzando un umorismo raffinato, sottile, giocato anche su di una sola semplice parola. Umorismo fine a se stesso, forse, senza alcun altro scopo se non quello di giocare con le immagini, i protagonisti, le situazioni e , appunto, le parole. Solamente una bella confezione ? Forse si, e allora ?

L'amore totale ed invincibile di una madre per il figlio con problemi psichici, la disperazione di fronte ad una situazione insostenibile, la solitudine nell' affrontare questo dramma. Tante persone vivono quotidianamente questi problemi ed il film li racconta con la crudezza necessaria, senza sdolcinatezze e cedimenti nel patetico. Potente, drammatico, forse senza speranza eppur pieno di vita e di sogni. Grande cinema.

Per fare un buon film occorre un soggetto valido sul quale sviluppare una sceneggiatura adeguata, una regia all' altezza, fotografia coinvolgente, montaggio che dia il ritmo giusto, musiche ed interpretazioni che lascino il segno e.......insomma a questo Jeeg Robot cosa manca ? Nulla, e' tutto al posto giusto, e la speranza e che gli "autori" non si fermino qui. Due ore senza un momento di stanca pochi film riescono a regalarcele.

Napoli e' stata ed e' raccontata in innumerevoli film, fiction e serie tv. In questo film ci sono tutti gli ingredienti classici: violenza, fatalismo, ingenuita', impregno, sentimento, tutto legato con un filo sottile di umorismo che lo rende leggero e gradevole. Qualche approssimazione di sceneggiatura, facilmente perdonabile, non sminuisce sostanzialmente la qualita' del film dei fratelli Manetti, che garantisce, comunque, quasi due ore di divertimento non banale.

Da dove prendono origine il razzismo, la violenza, il concetto di giustizia ed il senso religioso degli Stati Uniti di oggi ? Da quello della frontiera e delle origini, ovviamente, e non sembrano poi ,oggi, cosi' diversi da allora. Tutto questo raccontato nello stile tipico tarantiniano, in un continuo avvicendarsi ed intrecciarsi di generi: commedia surreale, thriller, poliziesco, horror, dove i dialoghi costituiscono l' impalcatura ed il filo conduttore. Imperdibile, come tutti i film di Tarantino.

Nel film le situazioni sono un po' scontate e prevedibili tranne per le vicende della coppia Solfrizzi/Impacciatore, bravissimi. Dettaglio importante: a Nardo' non si parla come fanno i protagonisti del film, il dialetto salentino e' completamente diverso da quello della restante Puglia essendo una variante della lingua siciliana. Belle musiche ma per il resto si poteva fare di meglio.

La vendetta spetta solamente a Dio e a noi non restituisce cio' che abbiamo perso. Per arrivare a questa conclusione il protagonista Glass/Di Caprio deve subire le traversie piu' atroci spesso al limite dell' inverosimile ed alle volte oltre, spinto da una volonta' feroce e da visioni mistiche. L' apparenza inganna: il film potrebbe sembrare iper realista ma e' piuttosto un apologo, una rappresentazione del travaglio dell' animo umano di cui la vendetta, sempre presente come uno dei motori nella storia dell' umanita' , ne e' un aspetto deleterio e distruttivo. Ottime le interpretazioni tra le quali spicca quella di Di Caprio, ma , per quest' ultima , e'una scontata normalita'

La coppia Nunziante/Medici persegue l' intento di piacere a tutti, bambini e nonni, cinefili ed incolti, cinematograficamente parlando, raggiungendo l' obiettivo in pieno. Un prodotto cosi' lo si confeziona solamente se si hanno dei talenti, che ci piaccia o no. Che poi questi prodotti non siano sicuramente dei pilastri della cinematografia mondiale interessa a qualcuno? E' di cosi' fondamentale importanza ?

L'amore di una nonna al di la' del bene e del male, oltre le convenzioni sociali. Non e' importante quello che si faccia ma come lo si faccia e quale ne sia lo scopo, l'obiettivo da raggiungere. Ottima regia ed ottime interpretazioni.

Non una spy story né un thriller bensi' un film sui valori che cementano una societa' civile e quelli che regolano i rapporti interpersonali, con in evidenza le meschinita', le ipocrisie e la ragion politica della societa' del tempo. Il tutto espresso con regia , interpretazione e fotografia di indubbio livello.

Chia ha visto ed apprezzato il geniale "E' stato il figlio" non puo' non rimanere deluso da questo "La buca". Il filma e' a tratti anche noioso ed interpretato da un Papaleo eccessivamente melodrammatico e un Castellitto sopra le righe e macchiettistico. Se voleva far ridere non ci riesce, se voleva far riflettere beh, un po' deboluccio.

Ritratto di adolescente che, come tutti gli adolescenti, appare delicato e ruvido, smarrito e deciso, un attimo sull' orlo dell' abbandono e della resa e subito dopo travolto da una energia interiore positiva incontrollabile. Le immagini che scorrono e le musiche accompagnano in maniera ossessiva, rendendo una atmosfera cupa, le vicende dei protagonisti, i sentimenti, gli intrecci psicologici, i condizionamenti sociali, le miserie e le nobilta' di animo. Il film lascia un amaro in bocca stemperato un po', nel finale. da segnali positivi e di riscatto. Da vedere con attenzione.

Su un soggetto certamente non proprio originale, con una buona regia si riesce a costruire un film le cui qualita' principali sono il ritmo e l'ambientazione e che rifa' un po' il verso in chiave ironica ad altri film del genere spionistico. Film di intrattenimento si, ma ben confezionato.

Il voto 1 al film da me appena dato e' evidentemente un errore di battuta. Un film con alcune trovate intelligenti ma che non lascia segni indelebili nella memoria. Alla visione ,tutto sommato , non si ha l' impressione di aver perso del tempo ma neanche di averlo impiegato nel migliore dei modi.

Sotto una scorza ruvida alle volte ai limiti del volutamente volgare, si cela una ironia sottile che neanche si sognano autori italiani ,e non , più' celebrati o considerati cult e di cassetta. Attenzione, non si tratta di un capolavoro comico, ma neanche di un film a tirar via come se ne vedono tanti in giro.

Film fiabesco sull'amore pronto a tutto per la propria compagna e sull' amore egoista e possessivo per i propri figli, sull' amore che si sacrifica per la propria sorella o che si dedica anima e corpo ad un animale, sull'amore per il piacere ,esclusivamente carnale, e sull'amore che supera ogni ostacolo tra due (quasi) fratelli e sull'amore tenero e delicato, per quanto possibile, di un orco per la propria sposa. Film confezionato da una regia sicura e meticolosissima che si avvale di una sceneggiatura e di interpreti all'altezza e di una fotografia adeguata ma che non riesce a toccare corde profonde rimanendo in superfice, ma, probabilmente, non era questo lo scopo ed il fine. Comunque da vedere.

Verdone ridotto a tentare di far ridere con battute su peni piccoli ed eiaculazioni precoci dimostra di non aver, almeno in questo film, molto da dire. Personaggi scontati e situazioni stereotipate trascinano un film rivolto solamente al buon esito del botteghino.

Moretti mette su un piatto della bilancia il proprio egotismo e sull'altro l'amore per il latino e per i propri studenti, con le mille attenzioni a loro dedicate anche ora che la madre insegnante e' in pensione e dai quali e' ricambiata in modo incondizionato. L' operazione risulta molto dolorosa per lui, dedicato a guardarsi il proprio ombelico e pochissimo attento alle persone che lo circondano. Moretti e' sempre il centro dell' universo ma e' il centro di una autocritica malinconica con una sfumatura di rimpianto e, forse, un po' di "buona" invidia nei confronti della figura materna. Alla fine la bilancia pendera' inequivocabilmente verso la "positiva" madre. Film a tratti commovente anche grazie alle interpretazioni dei protagonisti in particolare della Buy e della Lazzarini.

SI VIVE IL FILM COME IN UN SOGNO AL MOMENTO IN CUI CI SI STA' PER SVEGLIARE. AL RISVEGLIO CI SI SENTE FRUSTRATI PER LE IMMAGINI, LA TRAMA, I FATTI INCOERENTI. ALLA SERA, RIPENSANDO AL SOGNO, DOPO AVER RICOMPOSTO IL PUZZLE DAL CAOS E RICOSTRUITO IL TUTTO, SI RIMANE MERAVIGLIATI DA COME SI POSSA IMMAGINARE, SCIVERE E REALIZZARE UN FILM COSI'. ATTORI STREPITOSI NELLA LORO PIENA IMMEDESIMAZIONE ONIRICA.