la mafia calabrese e lo sfondo tragico delle vite ingabbiate e senza scopo. violenza, tradimento, inutilità: il tutto narrato con asciutta e disperata lucidità

il film ha una forza impareggiabile, qualche sbavatura, ma un'intensità e una forza d'espressione che superano l'ostacolo e raggiungono l'obiettivo.

film di sicuro impatto, narrato e teso, scorre senza intoppi e lascia impressioni persistenti, un film duro e potente, noir, thriller, politico, morale. Molti ingredienti ben usati, Benicio del Toro maiuscolo.

film impegnativo, la vera fantascienza parla dell'uomo, e questo è senz'altro il caso. La comunicazione è la vera protagonista, subito dopo il tempo. Certo si poteva fare di meglio, gli argomenti sono tosti e consapevoli, però si insiste troppo sugli aspetti legati al sentimento, a scapito della visione.

tutto da vedere, fotogramma per fotogramma, immagine per immagine, un capolavoro

il film ha spunti notevoli, momenti di grande intensità narrativa dovuti essenzialmente alla scelta dell'inquadratura in soggettiva, dolorosa e asfissiante. Ma ha anche grandi limiti. E' difficile rappresentare l'orrore, compito improbo, ancora più difficile rappresentare l'orrore della shoah: anche in questo caso il tema si appoggia quasi del tutto sul fatto che il pubblico conosce la terribile ferocia della vicenda storica e a questa rimanda per dare un senso ai non pochi vuoti della vicenda narrata.

nonostante la letteratura scientifica sull'intelligenza artificiale sia enorme e in continua crescita, il cinema finora ha fatto vedere molto poco di interessante. se lasciamo da parte alcuni film presi dalle opere di Dick, ci troviamo in mano un pungo di mosche. anche questo film non fa eccezione, parte bene poi poi perde in elucubrazioni sentimentali uomo-robot. francamente sterili e noiose

satirico, grottesco, ma più semplicemente vero. un grande specchio di immagini e di suoni del paese come non lo abbiamo mai visto, sebbene sia del tutto quotidiano. il grande cinema italiano di questi tempi.

vero che solo questo cinema è in grado di rappresentare la realtà, tutti bravi, tutto vero, la rappresentazione del degrado è resa in maniera accettabile (ma "totò che visse due volte" è di gran lunga più potente e devastante)

Un Tarantino cupo, lento, ricco di contrasti cromatici, di verbosità, lentezze e violenze "italiane", Morricone sfodera una colonna sonora potente, gli spazi interni dominano su quelli esterni, bufera urlante con sbuffi di neve in sottofondo, flashback luminosi, violenti, ironici, patetici, interpretazioni notevoli, sovraccariche, barocche ma mai scontate. Un film aspro e ricco di sfumature: da non perdere

piuttosto sorprendente come questo film ambizioso e retorico possa aver vinto la palma d'oro a cannes. una carellata di immagini alcune ricche di fascino estetico da documentario scientifico, altre da national geographic, colonna sonora curata, interpreti famosi, sembra un interminabile spot pro-qualche-cosa dagli effetti irritanti. film mediocre

film consigliato, una docu-fiction con grandi protagonisti, sceneggiata ottimamente, con un finale cupo e colmo di presagi sulla corruzione infinita del sistema finanziario mondiale. irto di indispensabili tecnicismi e asprezze finanziarie varie il film se ne rafforza piuttosto che restarne indebolito. da vedere

Film magico, atmosfere cupe e visionarie, racconti orrorifici e fantastici ambientati in maniera sontuosa. Garrone rende Basile una star del cinema internazionale.

un film complesso come sempre in von Trier, mai banale, potente, anche se il procedimento narrativo non è non sempre convincente, ossessivo e repulsivo, sessuomane e sessuofobo, un film contenitore di molte cose del regista, vista, citate, prese con ironia.

escono tutti a pezzi da questo rovinoso film sulla figura surreale dell'imperatore nipponico, la finzione di Sokurov è più eloquente di un trattato di psicologia o di storia. Lo stile di Sokurov rende il suo cinema sempre una scoperta.

Un film dignitoso, tutte le parti secondo copione, l'ennesima variazione sul tema con qualche pregevole battuta. Niente di più.

un inarritu diverso, non il migliore, grandi immagini, silenzi finalmente densi, movimenti lenti, Di Caprio molto bravo, però non c'è la complessità che in inarritu produce la profondità, la sceneggiatura è troppo debole, risultato complessivamente discreto.

un grande film, tempi, storia, fotografia, immagini, tutto calibrato e tutto calcolato. il tempo dei sentimenti e delle riflessioni tenuto lungo un coerente percorso narrativo e visivo.

8+, film girato benissimo, inarritu è magistrale, numerose strizzatine d'occhio a hollywood dal lato oscuro del senso di colpa del cinema, cioè il teatro. alcune scene di grande impatto, a volte il gioco prende la mano e sembra cercare di coprire un certo vuoto, il silenzio, due problemi per il cinema del regista messicano.

7 meno, come a scuola, per questa amara commedia sul cinema e la società italiani. resta un film di genere, con luoghi, battute, costruzioni e storielle piuttosto noti, però ci sono anche alcune idee, sarcasmo e sguardo d'insieme in grado di rappresentare la realtà ributtante in cui ci troviamo a vivere

grandissimo film, a mio aviso un vero capolavoro. il maestro russo rielabora il mito faustiano, lo porta alle estreme conseguenze, e si sbarazza del romanticismo.