Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

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Nickname
Bardamu1991
Medaglia d'argento
Età
32
Sesso
Città
La Garenne-Rancy
Nome
Ugo Stille




Scopri tutti i voti di Bardamu1991
Tutti i Commenti e i Voti di
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Film: La ragazza con la valigia 18 Dicembre ore 23:33
voto al film:   7

Film: Non essere cattivo 18 Dicembre ore 22:45
voto al film:   7

Film: Mistress America 14 Dicembre ore 16:37
3
voto al film:   6,5

Baumbach scrive per la sua Greta Gerwig un personaggio logorroico e nevrotico che è abbastanza lontano dalla scapestrata Frances Ha(llaway) del 2012; meno autentico, anche. Forse perché Frances siamo tutti noi ed è profondamente Greta, più di quanto sia la Brooke di 'Mistress America'.
Alcune parti, in dialoghi e sketch così affollati e incalzanti, ricordano davvero il più puro Allen, mentre lo schermo è squarciato ancora una volta da quei piccoli monologhi da brivido della Gerwig: così veri e così illuminanti sull'insoddisfazione che permea le vite di chi "sente" e ama in modi semplicemente diversi.
Grande è la colonna sonora (con i puntelli 80s di 'Souvenir', degli OMD, e non solo). Grande è il fascino delle due protagoniste. Lunga vita a Noah Baumbach, alla sua bella GG e al suo cinema.
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Film: The Social Network 12 Dicembre ore 23:29
voto al film:   6,5

Film: Quel fantastico peggior ann... 10 Dicembre ore 01:36
3
voto al film:   7,5

Con la solita e orribile traduzione del titolo, esce oggi nei cinema italiani uno dei film più belli del 2015.
Laddove, con ‘Restless’, Van Sant aveva tentato con discreti esiti un’operazione simile (mitigare la tragedia imminente), Gomez-Rejon fa quasi pieno centro. E dico quasi perché piace la regia pimpante (molto in grandangolo, alla W. Anderson), piace il dialogo costante con lo spettatore (a parte qualche riferimento eccessivo indie/nerd/chic/snob per cinefili), piace - e molto - la necessaria colonna sonora di Brian Eno, piace la freschezza. Ma piace meno questo capriccio di strafare per colpire a tutti i costi, mediante virtuosismi talora riusciti, talaltra no. Come quando sei poco te stesso, e sbagli qualcosa, al primo abboccamento con la ragazza che veneri, e alla quale fa rumore il sorriso.
La sequenza sul letto d’ospedale tocca corde profonde. E alla fine, con quel finale scavato nei libri dove si aprono altri mondi e ricordi, ho pianto lacrime che non piangevo da tempo.
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Film: L'amore bugiardo - Gone Girl 9 Dicembre ore 02:49
voto al film:   7

Film: Miss Violence 8 Dicembre ore 16:23
1
voto al film:   7,5

Haneke, Lanthimos (medesima scuola greca), ma anche il Vinterberg di “Festen”. Una violenza di rado fisica (è forte, però, la scena in cui la piccola sorella schiaffeggia il fratello, con la camera che ruota). È una violenza tutta psicologica, così, quella di Avranas, che serpeggia tra i personaggi e investe inevitabilmente lo spettatore. Tra silenzi, allusioni, obbrobri. E un’inquietudine che fa male. Gran film.
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Film: Biutiful 5 Dicembre ore 14:55
4
voto al film:   7

Un film bistrattato, eppure intenso, generoso, di una tristezza enorme. Non il miglior Inarritu, certo, orfano dei copioni di Arriaga, ma uno dei migliori Bardem di sempre: interpretazione mastodontica in questo suo viaggio "infernale", condannato a un destino senza scampo che lo strappa ai vivi per condurlo al lato opposto: proprio lui, che dell'altra parte aveva così tanta familiarità.
Ma la morte fa paura sempre.
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Film: Carrie - Lo sguardo di Sata... 1 Dicembre ore 16:08
voto al film:   7

Film: Alps 30 Novembre ore 14:56
2
voto al film:   7

Inferiore al precedente, bellissimo 'Kynodontas' e un po' meno bizzarro del successivo 'The Lobster', 'Alps' è un altro notevole tassello del singolarissimo mosaico di Lanthimos. Che ci parla col suo solito linguaggio conturbante, espresso da personaggi neanche umani, marionette (qui si dotano di nomi fittizi, in 'Kynodontas' non ne avevano affatto), in cui il dramma si allenta (o si acuisce?) diventando amarissima, e a tratti violenta, farsa. Si arriva così, nuovamente, a un punto in cui questo equilibrio "disumano" non può tenersi all'infinito, e la situazione deflagra, magari con uno dei suoi personaggi.
Benché meno munito della potenza comunicativa e cromatica della sua opera precedente (e forse anche della successiva), 'Alps' raggiunge ancora il suo scopo: sconcertare, disturbare lo spettatore, sfuggendo a qualsiasi schema concettuale e narrativo.
Un finale intelligente e inevitabile: si cerca di colmare l'altrui solitudine per sopravvivere al proprio, abissale vuoto.
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Film: Zabriskie Point 29 Novembre ore 14:41
voto al film:   7

Daria Halprin e Mark Frechette (poi morto giovanissimo) compongono uno dei binomi più avvenenti della storia del cinema, nella libertà estrema di un'avventura assai lirica, spersa nel paesaggio mozzafiato dello Zabriskie Point, anni luce distante dal guazzabuglio politico-sociale sessantottino.
Due sequenze indimenticabili, come scaturite da un sogno: la moltiplicazione delle coppie e degli amplessi tra le valli del deserto; l'esplosione finale della casa sulla roccia (ripresa da diciassette camere da presa diverse) e la successiva cascata al ralenti di ogni simbolo della società consumistica, sotto le note ideali dei Pink Floyd. Un'ultima scena che, vagamente, rimanda per colori e caduta di vestiti alla sequenza dell'Ile de Noir di "Laurence Anyways" (X. Dolan).
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Film: Quarto potere 26 Novembre ore 23:18
voto al film:   8

Film: A testa alta 23 Novembre ore 23:49
voto al film:   7

Film: Casino Royale 22 Novembre ore 22:37
voto al film:   6

Film: Nel nome del padre 21 Novembre ore 17:27
voto al film:   7

Film: L'attesa 20 Novembre ore 22:33
1
voto al film:   7

Palpabile il magistero sorrentiniano (Messina è stato aiuto-regista di Paolo), ma a mio avviso non si evade quasi mai dal seminato, né si scivola nel manierismo. Tutto, o quasi, in una villa delle amene terre siciliane: villa che con la sua ampiezza e verticalità – assieme alle due donne, ambedue straordinarie – funge quasi da terzo personaggio. Si attendono i tartari, anzi un solo tartaro. Che non arriverà mai, o forse sì, in vasca, nella scena più iconica del film, che rinvia a ‘La creazione di Adamo’. E si procrastina reciprocamente il dolore: l’una nell’inconsapevolezza; l’altra nell’assaporare, ancora un po’, chi non c’è più, nei frammenti lasciati in un’altra persona.
Musiche centratissime: si apre e si chiude con ‘Missing’ dei The XX, l’incastro di voci tutto dice; Cohen canta poi ‘Waiting for the miracle’ con la profondità degli abissi, e anche qui tutto dice. Da brividi la processione e lo smantellamento della Madonna: la vetta di un’opera prima sfolgorante e visionaria.
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Film: Il calamaro e la balena 18 Novembre ore 22:26
voto al film:   7,5

La storia di un divorzio narrata mirabilmente, e le separazioni tra intellettuali sono sempre dei disastri (indicativa la divertente teoria sui "filistei" di Bernard). È il film che consacrò Baumbach, il film che ispirò persino il nome di una band (Noah and the Whale). Pieno equilibrio, nel dramma che amoreggia col comico, in un miscuglio di ghiotti riferimenti: da 'Hey you' dei Pink Floyd (brividi sempre), Monica Vitti, Godard, il figlio maggiore che chitarra in mano pare Nick Drake, la metafora della grande balena che schiaccia e inghiotte l'esile calamaro.
Baumbach sembra il miglior discepolo di W. Allen. E talvolta i discepoli, fortunatamente, superano i maestri.
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Film: Adieu au langage 18 Novembre ore 02:06
1
(...) compreso, o se ci sia davvero un messaggio).
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Film: Adieu au langage 18 Novembre ore 02:04
1
I due personaggi sono spesso nudi, ridotti all’essenza, e ripresi nei loro momenti più vitali, senza abiti che li rendano persone che, intimamente, non sono. È il ritorno a un minimalismo autentico, all’immagine, alla calma di un cane onnipresente - la bestia che ama l’altro più di se stesso, si dirà; il ritorno verso uno stadio animale; il ritorno (o l’avanzamento) verso un tempo in cui il linguaggio non è più necessario. Lei affermerà: “Dovremmo ingaggiare un interprete per comprendere le parole che escono dalle nostre bocche”. Oppure: “Non voglio più sentire parlare”.
‘Adieu au langage’ mi piace pensarlo come un film sull’incapacità di rappresentare, e capire, ciò che siamo: la vita, in tutte le sue illeggibili sfaccettature. È forse questo il succo dell’intero cinema di Godard, ormai vegliardo. Perciò stavolta non si esiga un giudizio: sarebbe un’incoerenza verso il film stesso, e verso il suo messaggio (sempre che il messaggio sia stato c
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Film: Adieu au langage 18 Novembre ore 01:53
1
Che Godard sia un regista del tutto anticonvenzionale e distante anni luce da un modo tradizionalista di fare arte, è ormai noto da decenni. Non dovrebbe sorprendere, pertanto, un lessico cinematografico che non permette qualifiche, scollato da ogni schema, anti-narrativo e quindi sovente indecifrabile (si veda ‘Pierrot le fou’, solo per citarne uno); né da Godard si può pretendere logica, o immediata comprensione. Bisognerebbe chiedersi, anzi, se questa comprensione sia possibile, o se essa stessa sia uno degli scopi del regista (ammesso che Godard si ponga degli scopi, creando).
Si è qui di fronte a un’opera sconnessa, aliena (e alienante), quasi futuristica (o cubista?), eccentrica nei colori, malferma nella regia, nelle musiche. Non c’è trama, in una specie di documentario senza senso, curiosa accozzaglia di suoni e figure. Sta qui, il dilemma: sermoni vacui o profondità estrema? Troppo concettuale e troppo poco epidermico? Genio o ciarlatano? La riposta è, come
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Film: Persona 17 Novembre ore 00:48
voto al film:   7,5

Film: Quei bravi ragazzi 16 Novembre ore 01:11
voto al film:   7,5

Film: Miracolo a Le Havre 15 Novembre ore 15:52
voto al film:   6

Film: Il Dottor Stranamore 15 Novembre ore 00:58
voto al film:   7,5

Film: Urlo 13 Novembre ore 22:03
voto al film:   6

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