Into the Wild è il racconto dell’uomo che vive se stesso e la natura fino allo stremo. È fuga da un mondo corrotto, ricerca dell'essenziale, di uno status primigenio.
Quello di Alex Supertramp è un percorso di crescita che comporta necessariamente mille e più contraddizioni, ed altrimenti non potrebbe essere.
Stupenda ogni sequenza. Stupende le musiche di Eddie Vedder. Un film stupendo.

‹‹Dì un po', Eddie, hai un coniglio in tasca o sei contento di vedermi?››
Solo questa varrebbe il prezzo del biglietto, ma in realtà è tutto un gran film.

Commedia esplosiva, in tutti i sensi. Idee originali ed humor sagace. Mica male, soprattutto di questi tempi in cui "divertente" coincide fin troppo spesso con "demenziale".

Martin Scorsese sperimenta il genere biografico per raccontarci un autentico pezzo di storia americana, perché tale è la vita di Howard Hughes. L’ispirazione è chiaramente “wellesiana” e la prova è ben superata, di certo non col minimo dei voti.
La presentazione dell’Aviatore parte dall’intimo, dal ricordo di una presenza materna ingombrante, dalle piccole ossessioni e fobie da contatto, poi sempre più grandi fino a divenire opprimenti. L’ambizione, nel cinema come nell’aviazione e nel collezionare donne, frutta un’ascesa straordinaria, cui segue un inevitabile e cocente declino, del suo stato psichico prima che dell’impero creato. Difendendosi dalle accuse della commissione senatoriale, H.H. alza faticosamente un ultimo baluardo prima di abbandonarsi, nella straordinaria sequenza finale, ad un delirante ed amaro crepuscolo.
In ultima analisi, un plauso a Leonardo DiCaprio, a mio parere, pervenuto con questa pellicola ad una definitiva e meritata consacrazione.

Com’è che si dice in lingua Na’vi “enorme spreco di denaro”?