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"Quello che mi affascina sono gli esseri umani, contorti, strani, belli, onorevoli come possiamo essere: per questo amo il mio lavoro". Così Russell Crowe protagonista, al fianco di Christian Bale, di "Quel treno per Yuma", remake del classico del 1957 con Glenn Ford e Van Heflin, diretto da James Mangold, il regista di "Quando l'amore brucia l'anima".
In uscita il 19 ottobre in 300 copie, il film "non è - dice Crowe - il solito western dalla morale semplicistica, cappelli bianchi contro cappelli neri. Non mi piacciono molto i western Usa, preferisco Leone e i western australiani, e John Wayne quando ha humour. L'originale '3:10 to Yuma' era a basso budget, questo è costato 50 milioni di dollari, che sarebbero diventati 90 se a produrlo fosse stato uno studio, ambientato in una sola stanza, qui abbiamo allargato la piattaforma mantenendo la verve dei dialoghi, che erano il pregio maggiore del film. Ma non mi sono ispirato a nessuno, ho creato personalmente il mio bandito, Ben Wade, a partire dall'aspetto".
Abituato a dare il proprio contributo al look dei personaggi che interpreta, per Crowe "qui il punto chiave è che Ben è molto bravo in quello che fa: non è un povero cowboy, e non si veste come tale. Che sia nel countryside a rapinare [...] |