Il film cinese "Il Matrimonio di Tuya" (Tuya's Marriage) ha vinto il 57mo festival internazionale del cinema di Berlino, confermando la propensione della rassegna tedesca per le pellicole "difficili". Diretto da Wang Quan'an, il film premiato con il tradizionale Orso d'Oro è ambientato nella Mongolia interna, sulla difficile vita quotidiana di una donna che cerca una sua indipendenza. A mani vuote quest'anno gli italiani.
L'opera dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani sulla tragedia del genocidio degli armeni ad opera dei turchi, "La masseria delle allodole" è stata ben accolta dalla giuria presieduta dal regista americano Paul Schrader, ma non si è aggiudicata alcun premio. Minore successo per "In memoria di me" di Saverio Costanzo, piuttosto maltrattato dai critici tedeschi. Il giornalista Gianni Minà è stato premiato con una "Berlinale Kamera" per la sua attività di documentarista.
Per quanto riguarda invece l'Orso d'Argento, Argentina pigliatutto. Il Gran Premio della giuria è andato ad Ariel Rotter per "El Otro", il cui protagonista l'argentino Julio Chavez ha ricevuto l'Orso d'argento per il miglior attore. Migliore attrice alla tedesca Nina Hoss, per "Yella" di Christian Petzold. L'Orso d'Argento per la regia è andato invece all'israeliano Joseph Cedar per il film "Beaufort". Il premio Alfred Bauer, per l'opera che apre maggiori prospettive, se l'è aggiudicato "I'm a cyborg, but that's OK" del sudcoreano Park Chan-wook.
Considerato uno dei film candidati alla vittoria, alla fine la giuria del festival ha assegnato "solo" un premio corale all'ensemble che ha realizzato il film di Robert De Niro "The Good Sheperd". Ancora cinema israeliano con i vincitori: "Sweet Mud" di Dror Shaul ha ricevuto l'Orso di cristallo per la categoria dei film sulla gioventù. "La bolla" di Eitan Fuks ha ottenuto il riconoscimento degli spettatori.
Chiude Berlino il divertente "Angel" di François Ozon: melo' in farsa, che fa il verso a "Via col Vento". "Il mio modo di vedere le cose è profondamente francese - dice Ozon - Mi sono però molto rifatto ai film americani degli anni '40 e '50. Il loro esasperato romanticismo, insieme alla trama del racconto, mi ha dato modo di concentrarmi su quello che più mi interessava: mostrare il rischio che gli artisti corrono, di rimanere prigionieri di un loro mondo fantastico, del tutto scisso dalla realtà".
Il 2007 resterà nella storia del festival di Berlino anche per il notevole numero di star americane attirate sui tappeti rossi che si sono snodati per dieci giorni da un punto all'altro del grande palazzo sulla Potsdamer Platz, il nuovo centro di Berlino dove sono avvenute quasi tutte le le proiezioni. Tra i volti più noti Jennifer Lopez, Sharon Stone, Clint Eastwood, Lauren Bacall, Antonio Banderas, Cate Blanchett, Robert De Niro, Matt Damon e Joseph Fiennes. |