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David di Donatello 2006 La premiazione

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a cura di Glauco Almonte
Il giorno dopo la selezione per il Festival di Cannes, Il caimano sbanca i David di Donatello; sei i premi contro gli otto di Romanzo criminale, ma il peso specifico è incomparabile: miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista.
A far da cornice al trionfo di Moretti è l’Auditorium Conciliazione a Roma, per l’edizione numero 50 del più importante premio del cinema italiano. L’inizio della serata è un tuffo continuo nella storia del cinema italiano: dall’omaggio a Rossellini, Soldati e Visconti nel centenario della nascita alla consegna dei David del cinquantenario, con un’ovazione per Ennio Morricone e applausi per tutti, da Francesco Rosi a Gina Lollobrigida, curiosamente premiata da Giulio Andreotti, vincitore a sua volta di un David (ebbene sì) nell’88.
A questa passerella di grandi nomi e filmati (ottima la scelta di associare immagini e musiche di film diversi, per evocare contemporaneamente più opere dello stesso regista) hanno fatto da ‘sparring partner’ i primi veri premi, il miglior cortometraggio, il documentario di lungometraggio e gli attori non protagonisti, Pierfrancesco Favino e Angela Finocchiaro.
Col premio per il miglior regista esordiente, unico riconoscimento a fronte di 10 nominations per Notte prima degli esami di Fausto Brizzi (si consoli, 0 su 11 per Il mio miglior nemico), la cerimonia è entrata nel vivo: la conduttrice Veronica Pivetti ha chiamato sul palco in rapida sequenza i due duellanti della serata, Nanni Moretti, miglior produttore insieme ad Angelo Barbagallo, e Michele Placido, premiato dalla giuria giovani.
Il premio della critica, assegnato dalla Film Commission Torino-Piemonte, è andato a sorpresa a La guerra di Mario, di Antonio Capuano; col secondo David al Caimano, per le splendide musiche di Franco Piersanti, una sacrilega dissertazione proprio di fronte al maestro Morricone (“Nanni mentre lavoravamo mi diceva meno Stravinsky e più Califano, e mi sa che ci aveva ragione”) ha suscitato il primo applauso spontaneo della platea.
La parentesi musicale è continuata con il premio a Caterina Caselli, interprete di “Arrivederci amore, ciao” – scritta da Paolo Conte – nell’omonimo film di Michele Soavi e con Antonello Venditti, che ha eseguito la candidata ma sconfitta “Notte prima degli esami” (che i giurati abbiano assegnato il premio ‘sbagliato’?).
Nella parte centrale della serata Romanzo criminale diventa protagonista indiscusso, con i David alla costumista Nicoletta Taranta, alla sceneggiatura di Rulli, Petraglia e De Cataldo, a Paola Comencini per la scenografia e ad Esmeralda Calabria per il montaggio.
Con la statuetta per il miglior attore, primo premio ‘pesante’, è iniziato il monopolio del Caimano: un emozionato Silvio Orlando ha ricevuto il suo primo David (“14 anni fa, la prima volta, a scipparmelo fu Moretti”) dalla Lollo, prima di allontanarsi con un sincero gesto di esultanza e dare il cambio ad Alessandro Zanon, miglior fonico di presa diretta.
La new entry Fabio Volo, ritardataria spalla della Pivetti, ha chiamato sul palco Valeria Golino, che ha chiuso il poker di attori premiati, tutti per film diversi; prima del gran finale, c’è stato ancora spazio per Romanzo criminale con il riconoscimento alla fotografia di Luca Bigazzi e alla Proxima per gli effetti speciali visivi.
Il resto, per quel che riguarda l’Italia, è Moretti, che si porta a casa le statuette per la miglior regia e per il miglior film. Intervallate, per aumentare la suspense e per far respirare un attimo il regista bolzanino, dai premi ai film stranieri, vinti da Match Point di Woody Allen e da Crash – Contatto fisico, già Premio Oscar.
Fino a Giuliano Montaldo, salito sul palco per la definitiva consacrazione di Nanni, dominatore assoluto della cinquantesima edizione dei David di Donatello.