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Fare la plastica a un film: la conversione in 3D Vecchi film ritornano in 3D: una nuova frontiera o un bluff?

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a cura di Glauco Almonte
A un secolo esatto dal naufragio del più grande transatlantico al mondo, per rivivere l'esperienza in tutti i particolari James Cameron e il suo team produttivo hanno deciso di riportare in sala il film-simbolo di fine anni '90, “Titanic”, convertito in 3D. “C'è un'intera generazione che non ha mai visto “Titanic” per come era stato concepito, cioè per il grande schermo” ha detto Cameron l'anno scorso presentando il progetto, con poca eleganza nei confronti dell'home video che ha rappresentato per lui una miniera d'oro; quella generazione obiettivamente si sarebbe accontentata della versione originale, in due dimensioni, nei cinema in occasione dell'anniversario (come successe per “Biancaneve” una quindicina di anni fa, in versione semplicemente restaurata). Il vero pubblico di “Titanic 3D” non sarà composto da chi l'ha visto soltanto sul piccolo schermo e non vede l'ora di spararselo centuplicato, ma da chi l'ha amato 15 anni fa tanto da vederlo più volte – sia in sala che a casa – e soprattutto da vedersi (apprezzandoli!) tutti i film di Di Caprio prima che diventasse il grande attore che è adesso (“Romeo + Giulietta”, “The Beach”).
Almeno in questo campo, però, James Cameron non è un precursore: a novembre è tornato in sala sovradimensionato “Il Re Leone”, due mesi fa è toccato a “Star Wars: Episodio I. La minaccia fantasma”. Non paga, la Disney (insieme a Pixar) porterà in sala altri quattro titoli entro l'anno prossimo: “La bella e la bestia” (già uscito negli Stati Uniti), “Alla ricerca di Nemo”, “Monsters & Co.” e “La sirenetta”. Sul piano artistico l'operazione non è memorabile, su quello economico ci sono invece dati contrastanti: in patria “Il Re Leone 3D” ha incassato quasi 100 milioni (la versione 2D ne aveva incassati 330), in Italia è andato meno bene (4 milioni in tutto) ma il nostro dato è irrilevante ai fini del giudizio dell'operazione; “La bella e la bestia 3D” ha incassato la metà e la proporzione con l'originale è rispettata. Il nuovo “Star Wars” si è fermato a 45 milioni (e in Italia è stato un flop incassando meno di un milione), superato in questi primi 3 mesi del 2012 già da 30 titoli; la versione originale aveva sfiorato i 400 milioni di incasso, ma è comprensibile che il pubblico sia ormai stufo della saga di Lucas di cui in pochi sanno il numero e l'ordine esatto dei film 'ufficiali', senza contare la serie tv in cantiere.
Da un lato, dunque, la Disney va sul sicuro con 10 mesi di lavoro ricreando un ambiente con geometria 3D attraverso un software che utilizza gli elementi 2D originari: con le stesse proporzioni dei primi due titoli usciti, i prossimi tre porteranno nelle loro casse altri 200/250 milioni. Dall'altro lato ci sono i film in carne, ossa e tecnologia, o meglio c'è il re mida del box office, oltre che guru del 3D, James Cameron. “Titanic” è oggi il secondo maggior incasso della storia con 600 milioni e l'obiettivo non dichiarato è di riportarlo al primo posto, distante 'appena' 160 milioni: nel mirino c'è “Avatar” dello stesso Cameron, che però ha il difetto, essendo uscito in 3D, di non poter tornare in sala almeno finché non potranno convertirlo in 4D…
Non può però non stridere quest'operazione nella carriera di Cameron: il primo ad usare l'IMAX-3D nell'era moderna con un documentario quasi 20 anni fa, costruendo una videocamera appositamente, ma soprattutto colui che ha proiettato lo spettacolo cineatografico nel futuro con “Avatar”, stabilendo un punto di non ritorno, e che si è spinto fino al limite estremo delle riprese subacquee di “Sanctum”, adesso prende un suo film concepito e realizzato nella classica bidimensionalità dell'epoca e lo converte in 3D. Un'operazione sicuramente non semplice, ma già vista e non particolarmente apprezzata, e soprattutto che non rappresenta un passo avanti della tecnologia e delle capacità produttive, ma l'uso della tecnologia al fine di rinfrescare e rimettere sul mercato un prodotto vecchio.
Dopo “Sanctum” ci si chiedeva perché Cameron non provasse a dotare di una storia decente i suoi prodotti innovativi: “Titanic 3D” una storia ce l'ha, ma non è certo la risposta che ci si attendeva... 15 anni fa ha fatto incetta di Oscar (11 su 14 nomination), 5 anni fa ha strabiliato il mondo pur perdendo il duello all'Academy con l'ex-moglie (6 statuette a 3 per “The Hurt Locker”); adesso si limita a riempire a dismisura un portafogli già da record, e a far rivivere a decine di milioni di persone lo stesso viaggio, lo stesso sogno di 15 anni fa. Basteranno gli incassi alti per dare un giudizio positivo all'operazione?
Fare la plastica a un film: da 2D a 3D
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