Il weekend successivo alla consegna degli Oscar porta sul ring (pardon, in sala) uno dei film più attesi, “The Fighter”, per il quale sia Christian Bale che Melissa Leo hanno ricevuto il premio come miglior attore/attrice non protagonista; il mese cha va così ad iniziare si chiuderà a specchio con la nuova commedia della miglior attrice protagonista, Natalie Portman, impegnata nella non particolarmente promettente “Amici, amanti e...” al fianco di Aston Kutcher. Tra i due estremi, arriva in sala un altro film che ha avuto i riflettori dell’Academy pur restando a mani vuote, l’ottima opera prima di Lisa Cholodenko “I ragazzi stanno bene”, presentato al Festival di Roma da Julianne Moore, compagna sullo schermo di Annette Bening e madre, in provetta, di Mia Wasikowska.
Dagli States arrivano altre sei pellicole degne d’interesse, con una netta prevalenza del genere thriller: sono, nell’ordine con cui le vedremo in sala, la versione ‘da college’ della ‘lettera scarlatta’ “Easy Girl”, “Il rito” con Anthony Hopkins in una scuola di esorcismo in Vaticano, la trasposizione sul grande schermo di “Dylan Dog” che, dopo l’assaggio del Festival di Roma, doveva in un primo momento uscire in sala ad Ottobre, i tre sciatori di “Frozen” bloccati di notte su una funivia sotto una tempesta di neve, il fantascientifico “Non lasciarmi” con l’emergente Carey Mulligan e la commedia “Greenberg” sul pigro disoccupato Ben Stiller, girata due anni fa e solo adesso distribuita in Italia.
Altro settore rilevante è quello del 3D, ormai un sottogenere, coincidente in buona parte con l’animazione: promette molto bene “Rango” di Gore Verbinski, con un camaleonte negli improbabili panni di uno sceriffo; dai grandi spazi del West passiamo a quelli ben più piccoli di un giardino popolato da nani nei panni dei due più celebri protagonisti shakespeariani, in “Gnomeo e Giulietta”; gli spazi diventano immensi, anzi diventano lo spazio, con il russo “Space Dogs”, dove due cani nella Russia di metà Novecento si improvvisano astronauti. Per le tre dimensioni in carne e ossa abbiamo il classico horror “Piranha”, una delle ennesime varianti delle varianti dello “Squalo”, con tante ragazze nude o seminude e ben poca originalità, e l’inglese “Streetdance”, come se non bastassero i centomila balletti di strada o di palestra americani.
Moltissimi i film italiani in uscita a marzo, che per comodità e presunzione dividiamo in due categorie, buoni e cattivi. Della prima fanno parte “Il gioiellino”, seconda regia di Andrea Molaioli dopo il successo di critica e di David de “La ragazza del lago”, stavolta ancorato alla realtà del crac Parmalat, il triangolo tra Accorsi, Favino e la Puccini nell’Africa de “La vita facile”, la coproduzione tra Italia e India “Gangor”, presentato in concorso all’ultimo Festival di Roma, e due ‘ritorni’ di autori storici del nostro cinema: Marco Bellocchio con l’atteso “Sorelle mai”, girato nella sua Bobbio e del quale aveva già presentato tempo fa uno dei sei episodi, e il film a sorpresa di Roberto Faenza “Silvio Forever”, documentario su Berlusconi del quale (documentario, non Berlusconi) fino a pochi giorni fa non si sapeva nulla. Nutrito anche il secondo gruppo, dal quale ha speranza di evadere forse soltanto “Tutti al mare”, remake di “Casotto” firmato dallo stesso Vincenzo Cerami e girato dal figlio; gli altri sono l’incommentabile “Una cella in due”, l’opera prima di Massimiliano Bruno (già sceneggiatore insieme a Fausto Brizzi) “Nessuno mi può giudicare”, il prequel della celeberrima saga a firma di Neri Parenti “Amici miei – come tutto ebbe inizio” (nooo!!!) e “Sotto il vestito niente – L’ultima sfilata”, con i Vanzina alle prese con un thriller (sic!).
Ultima tre segnalazioni per due film francesi e uno scandinavo: sono la commedia “Carissima me” con la quarantenne Sophie Marceau alle prese con i suoi progetti di bambina (infatti il titolo originale è “L'età della ragione”), “Tournée”, la versione ‘nobile’ del Burlesque (grazie ad una delle sporadiche prove da regsta dell’attore Mathieu Amalric) dopo il brutto musical del mese passato, e “Beyond”, opera prima di Pernilla August, attrice svedese che mosse i suoi primi passi sullo schermo niente meno che con “Fanny e Alexander” e che riporta in scena Noomi Rapace dopo la trilogia di “Millennium”. |