Berlino 2011 19/02: l'iraniano "Nader e Simin" vince tutto
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Non si può dire che la giuria di questo 61° Festival di Berlino abbia avuto paura a schierarsi: dietro alle parole di circostanza, che raccontano dell’elevata qualità di tutti i film in concorso e della difficoltà di scegliere, Isabella Rossellini e gli altri membri della giuria internazionale hanno chiaramente puntato su un solo film, l’iraniano “Jodaeiye Nader az Simin” di Asghar Farhadi, presentato col titolo inglese “Nader e Simin, a separation”. Già vincitore due anni fa del premio per la regia con “About Elly”, Farhadi sale più volte sul palco insieme ai suoi attori per ritirare, nell’ordine, il premio collettivo al cast femminile per la recitazione, quello per la recitazione maschile assegnato, a specchio, a tutti gli attori del film, e il premio più importante, l’Orso d’oro. Si compie così sul palco del Berlinale Palast un’azione sicuramente artistica, ma molto più evidentemente politica, da parte di una giuria che ha tenuto una sedia vuota – così come fecero a Cannes e a Venezia l’anno scorso – come segno di solidarietà verso l’iraniano Jafar Panahi, condannato dal regime a sei anni di carcere e a non lasciare il Paese né fare film per i prossimi venti. Tra gli altri premiati chi ne esce meglio è “El Premio”, coproduzione tra messico e diversi Paesi europei sulla repressione militare in Argentina vista attraverso gli occhi e le scelte di una bambina di 7 anni: la pellicola di Paula Markovitch si vede raddoppiare il premio per il contributo artistico, assegnato sia alla fotografia di Wojciech Staron che alla scenografia di Barbara Enriquez; il Gran Premio della Giuria, il linea esclusivamente teorica il secondo premo per ordine di importanza, va a Béla Tarr per “The Turin Horse”, la storia della famiglia del cocchiere che ha sulla coscienza la follia di Nietzsche. C’è spazio anche per il cinema tedesco, a differenza di quello italiano difficilmente vincitore a Venezia, con Ulrich Köhler premiato come miglior regista e Andres Veiel vincitore del premio intitolato ad Alfred Bauer. Miglior sceneggiatura, infine, è quella scritta da Joshua Marston e Andamion Murataj per “The Forgiveness Of Blood”, sulla nascita delle faide in Albania vista attraverso gli occhi di due ragazzi, fratello e sorella. Di seguito il riepilogo di tutti i premi principali: ORSO D'ORO “Nader and Simin, a separation” di Asghar Farhadi GRAN PREMIO DELLA GIURIA Béla Tarr per “A torinói ló” ORSO D'ARGENTO PER LA MIGLIOR REGIA Ulrich Köhler per “Schlafkrankheit” ORSO D'ARGENTO PER LA MIGLIORE ATTRICE Tutto il cast femminile di “Nader and Simin, a separation” ORSO D'ARGENTO PER IL MIGLIOR ATTORE Tutto il cast maschile di “Nader and Simin, a separation” ORSO D'ARGENTO PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA Joshua Marston e Andamion Murataj per “The Forgiveness Of Blood” ORSO D'ARGENTO PER IL CONTRIBUTO ARTISTICO Wojciech Staron per la fotografia e Barbara Enriquez per la scenografia di “El Premio” PREMIO ALFRED BAUER Andres Veiel per “Wer wenn nicht wir” MIGLIOR OPERA PRIMA Andrew Okpeaha MacLean per “On The Ice” Menzioni speciali John Michael McDonagh per “The Guard” Marie Kreutzer per “Die Vaterlosen” |
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