Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Novembre 2009 Novembre al cinema

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a cura di Glauco Almonte
Con la fine del Festival di Roma, che dall’anno prossimo si sposterà nella prima metà di Novembre, si chiude il periodo glamour dell’anno, quello in cui l’attenzione va ai grandi eventi ed alle rassegne estive, da Cannes a Maggio fino agli appuntamenti italiani di fine estate – inizio autunno. Per i prossimi mesi “cinema” sarà esclusivamente il film in sala, il passatempo invernale lontano da freddo, pioggia e buio fin dalle prime ore pomeridiane. Dando uno sguardo all’offerta che troveremo nelle sale la prima settimana di novembre ci si accorge dell’eterogeneità dell’offerta, necessariamente rivolta a tutti perché tutti, nei prossimi mesi, faremo del cinema uno dei principali passatempi outdoor. Retaggio dei grandi festival, troviamo la prima visione di “Capitalism: A Love Story”, nuova incursione di Michael Moore nelle storture del sistema americano, un’indagine sul prezzo che l’uomo comune paga al capitalismo; “Capitalism: A Love Story” coincide con il ventennale degli esordi del documentarista del Michigan, salito agli altari in questo decennio con “Bowling a Columbine” e “Fahrenheit 9/11”. Dall’altro lato c’è la Palma d’oro “Il nastro bianco”, due ore e mezza in bianco e nero attraverso le quali Michael Haneke ci porta a riflettere sul nazismo osservandone, attraverso il freddo racconto della scuola di un villaggio, gli elementi prodromici di inizio secolo. Ancora più duro è il racconto della guerra tra israeliani e palestinesi visto dall’interno di un carro armato, che ha consentito a “Lebanon” di aggiudicarsi il Leone d’oro.
Questa è solo una piccola parte dell’offerta cinematografica attuale: artisticamente è tra le più rilevanti, ma si rivolge ad un pubblico ristretto; nessuno di questi film uscirà in 600 copie come “This is it”, opportunistica illustrazione del recentemente scomparso Michael Jackson, né in 450 copie come “Amore 14”, che con un pizzico di cattiveria si potrebbe ribattezzare “Q.I. 14” ma bisogna essere onesti e tener conto del pubblico di mocciosi (moccini? mocciani?) cui si rivolge, e non farsi venire il sangue amaro quando a fine anno scopriremo l’enorme fetta di incassi che rappresenta. Nella stessa settimana troviamo tre film di genere: l’horror “Diary of the Dead” firmato dal maestro George A. Romero, un’uscita a sorpresa di un film di 2 anni fa poche settimane dopo la presentazione veneziana di “Survival of the Dead”; per i più piccoli il primo prodotto natalizio, “Niko – Una renna per amico”, un’animazione dal Nord Europa dalla quale forse ci si può aspettare qualcosa di leggermente diverso rispetto ai prodotti in fotocopia che invadono il mercato natalizio ogni anno; a metà strada si collocano il catastrofico “2012” e soprattutto “Nel paese delle creature selvagge”, un fantasy che non va sottovalutato e potrebbe piacere più ai cinefili che a bambini.
Il mese entra subito nel vivo con le uscite di Michael Mann, a Roma la prossima settimana per presentare il gangster-movie “Public Enemies” con Johnny Depp nella parte di John Dillinger e Christian Bale in quella del “Clark Gable dell’FBI”, Melvin Purvis. I film d’autore sono il filo conduttore: dopo Mann tocca agli “Abbracci spezzati” di Pedro Almodóvar con la sua musa, Penélope Cruz, e ai “Segreti di famiglia” di Francis Ford Coppola, a due anni da “Un’altra giovinezza”, con meno filosofia e più cinema; interesse anche per l’uscita di “Francesca” dopo le polemiche a Venezia.. La commedia leggera ma (forse) intelligente ha il suo rappresentante ne “L’uomo che fissa le capre”, una storia grottesca interpretata da un cast d’eccezione, da George Clooney a Kevin Spacey, da Jeff Bridges ad Ewan McGregor. Come ogni stagione ci sarà una saga al centro dell’attenzione: è la volta di “New Moon”, sequel di “Twilight”, girato dal regista di un altro film in attesa del suo secondo episodio, “La bussola d’oro”.
L’Italia è rappresentata da tre film ai quali la vetrina dei festival nostrani dovrebbe giovare: “Alza la testa”, che in concorso a Roma ha ottenuto il premio per Sergio Castellitto quale miglior attore; “Marpiccolo”, molto applaudito nella sezione “Alice nella città”; “Good Morning Aman”, infine, primo lungometraggio di Claudio Noce, selezionato per la “Settimana della critica” veneziana, con un ottimo Valerio Mastandrea.
Qualcosa di nuovo? E’ difficile che giunga in sala, soprattutto in un periodo pieno come quello invernale. Territorio meno contaminato dalle logiche di mercato, dove c’è più spazio per l’innovazione e il prodotto di qualità, sono i festival minori: per chi vuole coniugare l’atmosfera festivaliera al glamour dei riflettori l’appuntamento è a Torino, per il 27° Torino Film Festival; le capitale propone AsiaticaFilmMediale e il MedFilm Festival, mentre tra le decina di festival medio-piccoli in giro per la penisola fa piacere segnalare il 27° appuntamento con Sulmonacinema, una dichiarazione di vitalità pochi mesi dopo il terremoto abruzzese.