Checco Zalone e la crisi hanno prosciugato le tasche degli italiani.
Diamo i numeri: nel primo weekend di marzo gli italiani hanno spesso 7 milioni e mezzo al cinema (il dato è sull'incasso dei primi 20 film nei cinema monitorati da cinetel, e rappresenta oltre il 95% della spesa reale); il primo weekend dopo le feste di Natale la spesa è stata di 21 milioni. A prima vista potrebbe sembrare un calo fisiologico nel confronto di due momenti diversi, quello 'forte' a ridosso delle feste (e delle tredicesime) e quello 'debole' di marzo. Però basta guardare i risultati dell'anno scorso per capire che non è così: dopo la befana la spesa era stata di 13 milioni, due mesi dopo di 16 e mezzo (e curiosamente anche allora era in sala un film di Veronesi da 2 settimane). Il dato oggettivo è che oggi non vogliamo spendere soldi per il cinema (che è appena aumentato, in attesa dell'aumento di 1 euro dal 1° luglio); il dato tra le righe è che dopo aver visto il film con Checco Zalone una percentuale altissima di spettatori non è più tornata al cinema. Né mai ci tornerà, forse...
Tornando in tema, “Manuale d'amore 3” ha mantenuto la testa del box office superando, con 1,3 milioni, i 5 milioni di incasso in 10 giorni; alle sue spalle regna l'equilibrio, con “La vita facile” (i cui simpatici protagonisti hanno infestato le trasmissioni televisive a qualsiasi ora per una settimana) a guidare il quartetto composto dal “Cigno nero”, “Il discorso del Re” in grande ripresa dopo il trionfo agli Oscar e “The Fighter”, tutti intorno agli 800 mila euro. Con 680 mila euro galleggia a metà strada tra la sufficienza e la delusione “Piranha 3D”, che nonostante il prezzo maggiorato per il 3D fa riscontrare un incasso medio per copia nettamente inferiore di quello dei film che lo precedono.
Delude “Il gioiellino” che, distribuito in 130 sale, si ferma a 320 mila euro: addirittura meno rispetto all'incasso del primo film di Molaioli, “La ragazza del lago”, che crebbe fino a raggiungere quota 3 milioni dopo il successo ai David di Donatello; il film ispirato al crac Parmalat, che pure dovrebbe interessare, incasserà molto poco in relazione a quanto è costato (5 milioni) e anche in relazione al finanziamento ministeriale (1,65 milioni). Va peggio “Una cella in due”, che nella metà delle sale incassa un terzo del film di Molaioli. La notizia che fa più rumore è però il fiasco totale di ben due commedie americane (“Easy Girl” e “Il buongiorno del mattino”) che incassano meno di 50 mila euro in due. |