Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Lars Von Trier

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Dopo Dogville, dove attraverso le storie di Grace e suo padre, si analizzavano i temi dell’ipocrisia, del perdono, dell’arroganza e della violenza, ora con Manderlay il regista esplora il razzismo nell’America del sud degli anni ’30. Entrambe le pellicole sono attraversate da un unico filo conduttore: l’evoluzione della personalità tormentata e tormentante della protagonista Grace.
Intervista Lars Von Trier: Domanda 1Come Dogville, anche Manderlay è un film molto legato al teatro.
Sicuramente Manderlay è radicato nel sistema di rappresentazione teatrale, ma è anche cinema. Con le strisce bianche tracciate sul suolo, il film si rivela permettendo allo spettatore di porsi dove preferisce. L'idea è quella di rappresentare la realtà in maniera umile.
Intervista Lars Von Trier: Domanda 2Lei ha dichiarato di amare il teatro soprattutto al cinema. Non teme che questo film così poco cinematografico possa non piacere a chi ama il cinema?
Mi auguro di deludere qualcuno tra i miei spettatori perché credo che la delusione sia molto importante, se la si prova vuol dire che si avevano delle aspettative. Penso che in questo momento i film si somiglino tutti moltissimo e che sia molto importante chiedersi in cosa consista realmente un film di qualità.
Intervista Lars Von Trier: Domanda 3Come mai un film sull'America, un paese in cui lei non è nemmeno mai stato?
Questo film è molto simile agli altri che ho girato. Sono film pessimistici e sarcastici. L'America è un ottimo soggetto perché molto delle nostre vite ha a che fare con essa. Non si può negare il suo ruolo di dominio sul resto del mondo. Per questo sto facendo questi film sull'America, perché riempie il 60% del mio cervello. Le parole che ho immagazzinato, le esperienze della mia vita, almeno il 60% di esse - e non ne sono certo felice - è americano. Quindi di fatto io sono americano, ma non posso andare là a votare, non posso cambiare le cose perché vengo da un piccolo paese come la Danimarca. Quindi faccio film sull'America, e non ci vedo niente di strano.
Intervista Lars Von Trier: Domanda 4Lars Von Trier e l'America di Bush
L'America è un buon argomento perché una gran parte della Danimarca ha a che fare con gli Stati Uniti, tutti i negozi, ma non solo quelli. Non lo dico perché non mi piace McDonalds, quella è un'altra storia. Noi occidentali siamo tutti sotto l'influenza degli Stati Uniti, una cattiva influenza anche perché mr Bush è uno stronzo e fa cose completamente idiote. Il 60% del mio cervello è americano, il 60% della mia vita è americana, insomma sono un americano ma non posso votare, non posso cambiare nulla. L'unica cosa che posso fare è fare film!
Intervista Lars Von Trier: Domanda 5Nella tecnica di regia si nota un approccio estremamente originale e indipendente. Ha dichiarato però che gli effetti speciali non la stimolano molto. Cosa pensa del cinema digitale?
Innanzitutto non è un dogma quello di non poter utilizzare computer nei film. Io ho utilizzato tantissimo il computer e credo che la strada futura sia quella della tecnologia digitale. Dico semplicemente che gli effetti che i computer generano sono così facili da realizzare che spesso finiscono per perdere di significato. I computer ti forniscono di possibilità illimitate e al momento sono utilizzati in maniera abbastanza intelligente, tuttavia io mi sono annoiato nel vedere Il signore degli anelli...
Intervista Lars Von Trier: Domanda 6La sua fama è quella di essere un regista sadico verso i suoi personaggi, soprattutto verso quelli femminili. Perché sempre questo degrado, questa violenza?
Faccio i film che da ragazzino odiavo vedere, quelli in cui ti viene voglia di urlare al protagonista: “Basta, ribellati!”. Non so bene il motivo ma credo abbia a che fare con l’intuizione che guida sempre la mia mano mentre dirigo.
Intervista Lars Von Trier: Domanda 7Dopo Dogville e Manderlay, cosa può dirci sul terzo capitolo della sua personale trilogia: Washington?
Ho capito di non essere ancora maturo abbastanza per fare il terzo episodio subito, perciò farò una piccola pausa. Ammiro molto i registi che fanno e rifanno correggendosi, forse non appartengo a quel tipo ma cerco di esserlo.
Intervista Lars Von Trier: Domanda 8Lei è il regista danese più famoso e discusso dopo il grande Carl Theodor Dreyer…
Conosco a memoria tutti i suoi film. Lo stimo anche perché è sempre andato controcorrente, non è mai sceso a compromessi. Provo un gran rispetto nei confronti dei ribelli, e senza alcun dubbio lui lo era. O se si vuole: un martire. Perché è stato perseguitato dall’incomprensione e dalla maledizione.
Intervista Lars Von Trier: Domanda 9E’ mai stato in Italia? Come girerebbe un film sull’Italia?
Non sono mai stato in Italia se non per dieci minuti in macchina perché avevo sbagliato ad attraversare il confine. Potrei girare un film su Roma, ho visto Fellini...
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Manderlay
di Lars von Trier
Drammatico, 2005
139 min.
Film diretti:
2014  Nymphomaniac - Volume 2
2013  Nymphomaniac - Volume 1
2011  Melancholia
2008  Antichrist
2006  Il grande capo
2005  Manderlay
2003  Dogville
2003  Le cinque variazioni
2000  Dancer in the dark
1998  Idioti
1996  Le onde del destino
Atri film:
2004  Dear Wendy
Lars von Trier
La lunga discesa verso il nulla
Festival di Cannes 2005
58ª Edizione