Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Intervista: Maria Sole Tognazzi

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Il primo film del quinto Festival di Roma è un omaggio a Ugo Tognazzi a 20 anni esatti dalla scomparsa: Maria Sole Tognazzi, la figlia minore, che già aveva inaugurato la kermesse capitolina nel 2008, presenta alla stampa "Ritratto di mio padre", un racconto attraverso le testimonianze di chi ha lavorato con Tognazzi, attraverso sequenze di alcuni tra i suoi 160 film e soprattutto attraverso i super 8 che lo stesso Tognazzi girava sia in famiglia che sul set. Il film è prodotto da La7 e ha le musiche di Sergio Cammariere.
a cura di Glauco Almonte
Intervista Maria Sole Tognazzi: Domanda 1Raccontaci come è nato il progetto e come è stata la ricerca del materiale:
Dunque, non ho mia pensato di realizzare un film sul mio papà; in questi anni sono stati fatti diversi speciali televisivi su di lui. Un giorno è arrivato Matteo Rovere che ha una società di produzione, la Ascent Film; ci siamo incontrati proprio qui al Festival di Roma due anni fa. Mi ha detto che voleva realizzare un documentario su Ugo; proprio con La7, che ha prodotto il documentario, avevano già realizzato un documentario su Pietro Germi. Ho accettato e cominciato il mio lavoro di ricerca nelle teche RAI, per visionare il materiale che era tantissimo (100 ore di materiale, ne ho scelte 14 ore delle quali abbiamo montato alla fine 10 minuti), e poi mi ricordavo che avevo i super 8 in casa, molti girati da mio padre tranne quando c’è lui in scena, e ho capito che lo volevo raccontare soprattutto attraverso i super 8 perché erano inediti e mi sembravano bellissimi. Ho iniziato a concentrarmi su questo e ho deciso di incontrare i protagonisti di questi filmati, in modo che potessero loro raccontare degli aneddoti, e lo spettatore vederli.
Intervista Maria Sole Tognazzi: Domanda 2Da questi filmati in super 8 esce fuori un Tognazzi diverso da quello che abbiamo conosciuto attraverso i suoi film?
Per me è una conferma: è stata una riscoperta perché è stato un modo di entrare in contatto con lui, ma sapevo già da prima chi era. Questi filmati confermano la sua personalità, il suo modo di vivere la vita e il lavoro, la collaborazione con gli altri; quello che mi interessava dei super 8 era proprio questo: visivamente entrare in un altro momento storico, raccontano un paese e un cinema diversi. Mio padre lo ritrovo non solo nei super 8, ma anche in tutti i suoi film. Ugo era dentro i suoi film e i suoi film erano dentro di lui.
Che fosse un anarchico, un trasgressivo, che andava contro corrente, che rischiava, che facesse film di sconosciuti, che facesse film gratis: erano tutte cose che io onestamente mi ricordo pure da piccola, era così, io non ho fatto altro che rivedere le immagini e rientrare in quegli anni.
Intervista Maria Sole Tognazzi: Domanda 3Lui portava molto con sé la macchina da presa; qual è la tua impressione, da regista, su questo bisogno?
Credo che, come oggi noi abbiamo quasi tutti una digitale o i telefoni con cui filmiamo, all’epoca si usasse la super 8, non tutti ma molti. La portava nei suoi viaggi, e la usava lui; altre volte si tratta di filmati sui set, per me i più interessanti, e facevano filmati durante le riprese. Quei filmati probabilmente li faceva un assistente o un amico. Non che fosse un appassionato, però indubbiamente usava questa super 8 come noi oggi la digitale, di fatto era in casa e la portava con sé. Sono quasi certa che uno dei filmati, in barca, lo abbia fatto Ferreri; e il viaggio a Mosca l’ha fatto Ferreri o Salce...
Intervista Maria Sole Tognazzi: Domanda 4Ci sono pochi film rispetto alla sua filmografia, oltre a una dichiarazione d’amore per Ferreri; è una tua precisa decisione o ci sono problemi di diritti?
E’ entrato in gioco il problema dei diritti, perché di alcuni non si trovavano oppure si trovavano con difficoltà; chiaramente è anche una scelta produttiva, di fronte a 160 film un documentario di poco più di un’ora cosa può mettere? Intanto non mi interessava mettere tante scene di film perché era stato già fatto benissimo da persone che potevano attingere a tutto il repertorio. Io ho scelto i film dei registi che poi avrei potuto incontrare per parlare con loro di quei film; poi però non ce l’ho fatta, perché Marco Ferreri, oltre ad essere il mio padrino, è il mio regista preferito, e non potendolo intervistare ho deciso che avrei comunque messo dei momenti di film senza poter parlare con lui. Ovviamente ci sono tantissimi film che avrei voluto vedere nel documentario, però non si poteva.
Intervista Maria Sole Tognazzi: Domanda 5Che tipo di rapporto aveva con gli altri grandi attori? C’era competizione?
Nel film ne parlano grandi registi, c’era assoluta condivisione non solo di amicizia, ma proprio lavorativa: questi grandi signori del cinema si incontravano e parlavano tra di loro di progetti, ne creavano insieme, e ho cercato di sottolineare nel documentario quanto fosse un momento storico in cui il cinema era una fortissima unione di tutti, e da questa unione nasceva il lavoro.
Intervista Maria Sole Tognazzi: Domanda 6A Mastroianni piaceva andare a mangiare al ristorante, a Tognazzi piaceva cucinare a casa sua. Come si incontravano?
Comunque a tavola... Papà e Mastroianni sono stati molto amici; si incontravano soprattutto quando lavoravano insieme. C’era molta stima: mi ricordo che una volta andammo al cinema a vedere “Oci ciornie”, una delle poche volte che andai al cinema con mio padre, e lui era impazzito per Marcello, lo guardava con ammirazione e stima.
Intervista Maria Sole Tognazzi: Domanda 7Se fosse vissuto di più, cosa pensi che avrebbe fatto negli anni successivi? Teatro, un certo tipo di cinema, debuttanti...
Credo che nell’ultima parte della sua vita mio padre abbia sofferto la depressione che ha avuto e di cui io volutamente non parlo in maniera approfondita, lo lascio solo intendere, anche se è abbastanza nota. E’ facile che uomini che hanno vissuto quella vita non accettino di invecchiare.
Lui sperava di poter fare altri film importanti dopo “La tragedia di un uomo ridicolo”, ma questi film importanti non arrivavano; lui non si arrese e decise di fare il teatro per evitare di fare dei brutti film, che comunque fece. Se non fosse morto improvvisamente a 68 anni credo che avrebbe sicuramente continuato con il teatro, perché gli aveva dato grande forza e il contatto con il pubblico; e poi lui stava girando, quando si è sentito male, una fiction per la RAI (“Famiglia in giallo”) in digitale, dove faceva il commissario, fiction di cui uscirono solo le prime due puntate. Fu una delle prime, era un precursore anche in questo. Però non riesco a immaginarlo in televisione, probabilmente avrebbe continuato più con il teatro, forse attendendo ancora un grande film
Intervista Maria Sole Tognazzi: Domanda 8Come è nata la collaborazione con Cammariere per le musiche?
Sergio era un amico di famiglia da tanti anni, prima di diventare famoso, e scrisse la canzone dei titoli di coda con Gianmarco poco dopo la morte di mio padre, e lo musicarono quasi per gioco. Poi è diventato famoso e questa canzone è sempre rimasta lì. Quando si pensava alle varie cose da inserire nel documentario mi sono ricordata di questa canzone, allora sono andata da lui e gli ho chiesto se voleva cantarla nel film: lui non solo ha accettato, ma ha anche scritto la colonna sonora originale del film.
Intervista Maria Sole Tognazzi: Domanda 9Da donna di cinema: cosa pensa dell’iniziativa dei 100 autori?
Un Paese che si rifiuta di investire nella cultura e nell’arte non risparmia, ma diventa inevitabilmente più povero. (Il riferimento è all’occupazione pacifica della Casa del Cinema di venerdì 22 ottobre, ndr)
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Ritratto di mio padre
di Maria Sole Tognazzi
Documentario, 2010
87 min.
Film diretti:
2015  Io e lei
2013  Viaggio sola
2010  Ritratto di mio padre
2008  L'uomo che ama
Festival di Roma 2010
Festival Internazionale del Film, dal 28 ottobre al 5 novembre
Maria Sole Tognazzi
Leggi l'intervista a Maria Sole Tognazzi per “Viaggio sola
Maria Sole Tognazzi
Leggi l'intervista a Maria Sole Tognazzi per “L'uomo che ama