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Recensione: Incrocio d'amore

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Incrocio d'amore
titolo originale Lanse da men
nazione Taiwan / Francia
anno 2002
regia Yee Chin-yen
genere Sentimentale
durata 85 min.
distribuzione Teodora Film
cast C. Bo-lin (Shi-hao) • G. Lun-mei (Ke-rou) • L. Shu-hui (Yueh-chen)
sceneggiatura Y. Chin-yen
musiche C. Hou
fotografia C. Hsiang
montaggio L. Ching-Song
media voti redazione
Incrocio d'amore Trama del film
Kerou ha diciassette anni e va al liceo. Come le sue coetanee, è in cerca di se stessa. Sognatrice, le manca un po' di autostima e rimpiange la spensieratezza dell'infanzia. Shihao è un giovane ragazzo seducente e un po' ribelle, adorato dalle ragazze; Yuezhen, la migliore amica di Kerou, ne è follemente innamorata. Se Shihao pensa soprattutto a vincere i campionati di nuoto della scuola, è anche molto attratto da Kerou, il cui comportamento lo intriga. Un giorno Kerou lo raggiunge agli allenamenti e si decide ad aprire il suo cuore. Ciò che gli rivela lo sconvolge e i due adolescenti insieme assaggeranno l'età adulta.
Recensione “Incrocio d'amore”
a cura di Andrea Olivieri  (voto: 7)
Gli adolescenti di questo film disegnano traiettorie lievi come il sibilo di una bicicletta, e incrociano i loro percorsi con grazia. Sono volti e corpi gentili quelli che si offrono agli occhi della macchina da presa; ed è questa assenza di "peso", questa "gravità leggera" che contraddistingue il mondo e le pratiche di messinscena del secondo film del regista taiwanese. I personaggi di questa pellicola sono reali, confusi come ogni adolescente è dentro di sé, desiderosi di scoprire un'identità e dei valori permanenti, perduti nell'enormità della vita e del mondo, alla ricerca di un'indipendenza non solo apparente.
Con un più che sapiente uso della macchina da presa, un'elegante composizione del quadro, una fotografia pastellata e alienata, quasi come una favola raccontata in un sussurro, Yee Chin-yen porta in primo piano la gioventù che osserva e conosce; anime galleggianti, solitari naufraghi dell'infanzia, ancora indecisi se attraversare il cancello blu. La porta blu di cui parla è la soglia che separa l’adolescenza dall’età delle disillusioni adulte; Shihao e Kerou sono entrambi personaggi complessi nelle loro vulnerabilità e paure, sono i personaggi che il regista predilige, sacrificando la povera e più convenzionale Yueh-chen, per tracciare traiettorie visive attraverso questa linea d’ombra non più oscura ma blu come il colore del cielo o dell’acqua di una piscina.
C’è più di qualcosa della nouvelle vague francese in questo potenziale "triangolo", nella sensibilità di Kerou, nel senso di scoperta del mondo di questa gioventù pedalante.
In questo universo, bersaglio perfettamente centrato dal cineasta taiwanese, domande come "Che cosa ho che non va?", vengono ripetute senza trovare risposta, come pure i semplicissimi, innumerevoli "Perchè?", e la malinconia che ne scaturisce è dolcemente triste, sottolineata dalla splendida colonna sonora; lievi tocchi di pianoforte, una melodia facile e incantata come l'adolescenza.
Si preferisce tacere, mettersi una faccia di pietra e fuggire, abituati all'implosione di un'educazione scolastica che rasenta il militarismo, in un edificio dove tutto è proibito, anche prendersi per mano. E non c'è nessuno con cui parlare quando si attraversa quella fase della vita, nessuno a cui raccontare la propria confusione, la propria ricerca di un'identità sessuale e personale. Bisogna fare attenzione, molta attenzione, perchè quando si iniziano a provare certe inquietudini, vuol dire che si sta crescendo. E non si può più tornare indietro.
Presentato a Cannes 2002.
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Medaglia d'Argento (171 Commenti, 75% gradimento) Bardamu1991 Medaglia d'Argento 15 Settembre 2013 ore 02:54
voto al film:   7

Tutto è delicato: le cicale, le note del pianoforte, le ambientazioni, l'indolente deambulare degli orientali, i colori, i temi trattati, i volti lisci degli attori, le espressioni, il finale toccante. Delicato è quel "sopravvivere" al dolore, mostrato con tanta raffinatezza in questa piccola pellicola di nicchia.
Com'è bello e leggero essere giovani. E' tenero. Come Kerou, e il suo nome.
Medaglia d'Oro (247 Commenti, 80% gradimento) giampaolosy Medaglia d'Oro 12 Settembre 2013 ore 21:22
1
voto al film:   7

bel film
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