Cinema del Silenzio - Rivista di Cinema

Recensione: Salvador Allende

Scrivi un Commento COMMENTA Vota il film VOTA Invia questa pagina via e-mail a chi vuoi tu Stampa questa pagina
Salvador Allende
titolo originale Salvador Allende
nazione Cile / Belgio / Francia / Spagna / Germania / Messico
anno 2004
regia Patricio Guzmán
genere Documentario
durata 100 min.
distribuzione Fandango
cast S. Allende (Se stesso) • F. Castro (Se stesso) • H. Kissinger (Se stesso) • R. Nixon (Se stesso) • A. Pinochet (Se stesso)
musiche J. ArriagadaY. Warnant
fotografia P. GuzmánJ. Munoz
montaggio C. Martinez
uscita nelle sale 2 Settembre 2005
media voti redazione
Salvador Allende Trama del film
Il film si snoda come un racconto in prima persona sul Cile, portato avanti tenendo conto delle ragioni storiche e della terribile attualità delle vicende. Parte dal ricordo indelebile di quell'11 settembre del 1973 in cui gli Stati Uniti favorirono il colpo di stato che fece crollare il sogno di un paese pacifico e democratico con l'eliminazione dell'allora presidente della Repubblica, Salvador Allende, il sognatore rivoluzionario e democratico che aveva regalato l'entusiasmo alla sua terra.
Recensione “Salvador Allende”
a cura di Glauco Almonte  (voto: 7,5)
Patricio Guzman gira un documentario asciutto, senza mai lasciarsi trascinare dalla materia trattata: il merito è immenso, tenendo conto della partecipazione con la quale il regista deve essersi cimentato nel suo lavoro. La storia della ‘rivoluzione’ legale del ’70 è innanzi tutto la sua storia, una storia che si è portato dentro negli anni trascorsi lontano dal suo paese, mentre questo veniva dilaniato dal regime militare. Il processo narrativo è invece accuratamente studiato, almeno nella prima parte, al fine di rappresentare la figura di Salvador Allende nel modo più corretto.
Della sua infanzia si parla relativamente poco, il racconto inizia ad entrare nel vivo con la prima delle quattro campagne elettorali che porteranno alla costituzione del primo governo socialista cileno; da subito si delinea la figura di un uomo capace di farsi ascoltare dal popolo, di liberare in esso la volontà di un cambiamento.
I filmati d’epoca, per la maggior parte girati dallo stesso Guzman alle prime armi, mostrano l’entusiasmo sempre crescente che ha suscitato nel popolo l’ascesa di Allende; a più di trent’anni di distanza, il regista li intreccia con le testimonianze di adesso, che svelano i retroscena del fallimento dell’Unidad Popular. L’intervista all’allora ambasciatore americano in Cile è condotta sul filo di una distaccata compassione, nell’esporre chiaramente ciò che si è sempre saputo, ovvero le manovre americane per porre bruscamente fine al governo socialista. Assassinî, scioperi, boicottaggi e continue intromissioni dell’amministrazione Nixon negli affari cileni, una dimostrazione dell’arroganza del più potente alla quale abbiamo fatto presto ad abituarci, che dopo il collasso dell’Unione Sovietica non ha fatto altro che rafforzarsi: l’amarezza con la quale sarebbe stato logico raccontare questi risvolti lascia il campo ad un sentimento di impotenza che, al più, riesce a sfociare nel rammarico per ciò che era, o che sarebbe potuto essere; magari non un’accettazione della sconfitta, ma una rassegnazione nella presa di coscienza della storia.
Operai e contadini non hanno smesso di sostenere Allende anche nei momenti più duri, mentre la media borghesia gli si è rivoltata contro, nel timore di perdere i propri privilegi a scapito del concetto di uguaglianza. Una traccia da seguire, ma non un valido alleato, ha rappresentato Fidel Castro: nel momento del golpe Allende si è ritrovato inerme, mentre le organizzazioni che lo avrebbero appoggiato assistevano disarmate alla fine della democrazia.
Il risultato è la dittatura militare di Pinochet: per quanto oggi anche questa pagina buia sia stata superata, ed il paese stia lentamente tentando di risollevarsi, parlare di Allende risulta ancora difficile, come dimostra la faticosa ricerca di testimonianze tra i suoi vicini di casa.
Senza bisogno di aggiungere alcun punto di vista a quanto girato, Guzman ci offre il ritratto di un uomo fedele fino all’ultimo al proprio compito di ‘servo’ del popolo ed al proprio ideale di legalità; contro ogni concetto di legalità e democrazia, l’11 Settembre 1973 gli americani hanno distrutto un paese, prima ancora che un governo o un uomo.
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Il film non è stato ancora commentato.
Ultime Schede