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Dopo vent'anni, una donna scopre che il marito, creduto morto, vive in un paesino dell'Argentina. Con la figlia che non ha mai conosciuto il padre, va in cerca di lui e del suo passato... |
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"Esistenze sradicate".
In realtà il titolo originale equivale a "un mondo meno peggiore"; Agresti sceglie di ritoccare ciò che è stato con i suoi colori tenui che colano sull’infanzia e sui giovani che non hanno visto e vorranno scavare. In mezzo ad una realtà e ad un passato che prova a distruggere l’essenza dei sentimenti.
Per Agresti, regista, sceneggiatore, attore, torna il tema della famiglia ritrovata; torna in "Buenos Aires Vice Versa", dove due adolescenti figli di desaparecidos cercano risposte alle loro esistenze sradicate. Come l’adolescenza e la solitudine ritornano in "Valentin", storia di un bambino che spera di ritrovare la madre. È un cinema imbevuto di parole, di storie raccontate, soffocate dal dolore e dal rancore.
La vita è stretta, come il cinema argentino troppo spesso tormentato, offuscato dalle botte e dalle torture. Ma il cinema argentino non inventa: lavora sui sentimenti.
Agresti ogni tanto scoperchia il "pentolone", restando paralizzato dai suoi ingredienti. Per il resto conosce ormai la melodia "giusta": scrittura che anticipa o scavalca il video, toccanti quadretti umani non prevaricando verso un cinema ipocritamente o ruffianamente migliore a tutti i costi.
Presentato a Venezia 2004. |
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