"Un abbraccio misterioso, solo di passione umana."
Giapponesi, strana gente. Sushi, sakè, apparecchi fotografici che spuntano dappertutto, kimono. Gli americani, invece...Incastrati. Straniti. In crisi. Si incontrano e si piacciono. Bob nel cuore della notte riceve un fax dalla moglie: è importante decidere al più presto il colore della moquette da applicare nello studio. Dalle finestre della sua stanza, Charlotte contempla i grattacieli mentre lo sconosciuto che ha sposato due anni prima ronfa beatamente.
Sono i soliti ingredienti prevedibili della commedia sull'impossibile incontro fra due età, i vicoli ciechi coniugali a colpi di neon e videogame. Eppure il tono di questa commedia è deliziosamente agrodolce e discreto. Sempre rinvigorito da quella sua burlesca, raffinata, melanconia, generosa poetica. In quegli spazi "sapientemente" sospesi nel tempo, impreziositi dal potere magico del non-detto.
Reduce da un'opera prima crudele, sarcastica ma ironicamente affettuosa come "Il giardino delle vergini suicide", Sofia Coppola sembra far respirare i corpi dei due protagonisti, con una leggerezza di sguardo ma anche con quel misto di sentimento e malinconia che rende il rapporto tra i due qualcosa di "inafferrabile". Non può diventare qualcos’altro, né perdersi lì, per sempre. Ed ecco la Coppola regalarci quel finale con Bob che in partenza per l’aereoporto vede Charlotte dal taxi e la rincorre per le affollatissime strade di Tokyio. La raggiunge, l’abbraccia forte e le sussurra qualcosa all’orecchio prima di salutarla definitivamente. E’ in questo piccolo gesto (dal quale la regista ci tiene letteralmente fuori) che sta tutta la bellezza di un film tenero e divertente, leggero e non "fondamentale" come tutte le cose più belle della vita.
Presentato in concorso a Venezia (2003), dove Scarlett Johansson ha vinto il premio come migliore attrice.
Golden Globe 2004: miglior film, miglior sceneggiatura, miglior attore (Bill Murray).
Oscar 2004 per la migliore sceneggiatura originale.
Nastro d'Argento 2004 a Sofia Coppola come miglior regista straniero. |