"Il fondo morale è drammaticamente moderno".
Qualità dell'immagine che "cita" esplicitamente il video, con un'acquisizione digitale e piccole studiate imperfezioni, a circondare il lento disgregarsi, e poi il ricomporsi di una vicenda sentimentale. Un lui senza famiglia, una lei cattolicissima. Nel mezzo, la solitudine sempre possibile, e la scelta di separarsi da un bimbo voluto come "salvagente".
Davide Maderna riempie il cerchio con le suggestioni del bizzarro andamento della musica e il prorompere dei rumori di fondo. Soffermarsi sul dettaglio, e l' interruzione improvvisa sono le cifre scelte.
"Questo è il Giardino" è un film "dogmatico", per il suo insistere sulla realtà sensibile, della quale cerca di catturare tutta l'enorme complessità. Maderna non è sicuramente Lars Von Trier, e neppure Vinterberg, ma stupisce l'attenzione per quei momenti che normalmente sarebbero scartati, per i risvegli che non rifiutano l'ovvio, ma non temono il complesso. Va ad esplorare la pelle umana, per cogliere lì il senso delle cose. Alterna momenti di grande lucidità narrativa ad appannamenti causati dalla difficoltà di mantenere un "tono" su un rasoio così affilato. Ma finisce per colpire il bersaglio.
Premio De Laurentis come Miglior Opera Prima a Venezia (1999). |