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Dublino. Un giovane cantautore irlandese in cerca di successo, che si mantiene riparando aspirapolvere e suonando per le strade, incontra una ragazza emigrata dalla Repubblica Ceca, che mantiene se stessa, sua madre e sua figlia facendo vari mestieri, ma che è una pianista di talento che decide di aiutarlo nella realizzazione di un disco da presentare ad una casa discografica di Londra. Insieme, i due ragazzi incideranno una serie di canzoni in cui racconteranno le loro vite e i loro amori passati. |
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“Chiama…e canterò una canzone per te”
“Quando vinci al Sundance le porte di Hollywood ti si aprono un po’, ma quando vinci un Oscar le porte si spalancano e Hollywood sta ai tuoi piedi, perché lì un Oscar è considerato metro di giudizio assoluto”.
Probabilmente se non fosse per “Falling slowly”, vincitrice dell’Oscar come miglior canzone originale, 'Once' sarebbe stato un normalissimo film capace di commuovere un pubblico importante come quello del Sundance. E basta.
Poi una statuetta ha cambiato le sorti di questo film amatoriale, facendolo diventare il classico “film rivelazione dell’anno” che però, come spesso accade in questi casi, difficilmente riuscirà a rimanere nella memoria (o nel cuore) di chi legittimamente si aspetta qualcosa di trascendentale.
Nulla di tutto ciò, Once è un film romantico e armonico, delicato e sincero, eppure la fragilità di una sceneggiatura troppo elementare impedisce un reale coinvolgimento emotivo, un trasporto che per una pellicola come questa è essenziale perché si esca realmente soddisfatti dalla sala.
Lontana dalla freddezza di Moulin Rouge, dalla drammaticità di Dancer in the dark o dalla stupidità di Step up 2, la pellicola di John Carney è un’interessante esempio di musical sentimentale, insolito e non convenzionale, che ha difetti e pregi tipici di chi per la prima volta si cimenta dietro la macchina da presa. L’originalità formale del film a volte si perde nella innocente banalità di alcune scene (come quella del viaggio, della spiaggia all’alba o della gita in moto) ma quello che conta sono i sentimenti dei due protagonisti, di cui non conosciamo il nome. La loro storia d’amore si consuma in un tempo che non ha né inizio ne fine, racchiuso in una colonna sonora che racchiude l’essenza stessa di questo amore, eterno e incompiuto. Manca la liricità di una musica come quella di Into the wild, ma la bravura e la spontaneità di Glen Hansard e Markéta Irglová esprimono bene la dolcezza di un film che, delicatamente, accarezza il cuore di chi sa commuoversi. |
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Commenti del pubblico |
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6,5
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Non sarà una pietra miliare nella storia del cinema ma è un piccolo film, sincero con 2 personaggi azzeccatissimi e una colonna sonora emozionante. Commovente
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7
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5
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7
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Bravo Hansard
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7,5
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Con un piccolissimo budget l'esordiente regista John Carney propone un film semplice (forse troppo?), naturale (come la luce utilizzata per le riprese), originale, intimo, malinconico, spontaneo nelle interpretazioni dei due protagonisti, straordinari interpreti di una colonna sonora toccante. Splendida la romanticissima scena del primo incontro musicale.
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7,5
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8
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7,5
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Una piccola gemma, questo film. All'epoca eravamo qualcosa come 5 in sala. Una colonna sonora in grado di imbarazzare, per la sua bellezza e il suo lato struggente.
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News sul film “Once” |
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Marzo irlandese a Roma alla libreria Altroquando ( 4 Marzo 2011)
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