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Recensione: Oasis

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Oasis
titolo originale Oasis
nazione Corea del Sud
anno 2002
regia Lee Chang-dong
genere Drammatico
durata 132 min.
distribuzione Revolver
cast S. Kyung-gu (Hong Jong-du) • M. So-ri (Han gong-ju) • A. Nae-sang (Hong Jong-li) • R. Seung-wan (Hong Jong-sae)
sceneggiatura L. Chang-dong
musiche L. Jae-Jin
fotografia C. Young-taek
montaggio K. Hyun
media voti redazione
Oasis Trama del film
Uscito di prigione, Jong-du inizia a lavorare nel magazzino di una fabbrica; qui si impegna a comportarsi nel migliore dei modi, ma non può fare a meno di creare problemi: c'è qualcosa dentro di lui che non riesce a controllare. Un giorno, mentre visita la casa di una delle sue vittime, incontra la figlia dell'uomo che ha ucciso: si tratta di Gong-ju, una ragazza colpita da un ictus cerebrale che l'ha costretta a vivere su una sedia a rotelle. Tra i due nasce una relazione osteggiata da tutti...
Recensione “Oasis”
a cura di Andrea Olivieri  (voto: 8)
Il terzo film del regista coreano Lee Chang-dong, ci trascina in una storia d'amore colma di disperazione tra Hong Jong-du, ragazzo sbandato appena uscito di prigione, e Han gong-ju, ragazza spastica semi abbandonata dal fratello.
Il loro sarà un amore da vivere nell'idealità di un sogno, oltre confine, nell'irrealtà...
Il terzo lungometraggio di Lee Chang-dong, regista e sceneggiatore, che si era inizialmente dedicato alla letteratura per poi passare alla settima arte, esordendo nel 1996 con "Green Fish" e segnalandosi all'attenzione della critica internazionale con "Peppermint Candy" (1999), è un urlo straziante di efferata precisione descrittiva e innegabile intensità emozionale, capace di spiazzare lo spettatore per slanci poetici e ardore narrativo. Una storia estrema, filmata con cuore e razionalità, che riesce a trasformare il riflesso di uno specchio in una colomba bianca e un mugugno incomprensibile in un canto d'amore.
La macchina da presa, attenta alla drammaturgia degli spazi, si tiene sempre a una certa distanza, non si chiude mai sui volti, ma spazia a comprendere i corpi e l'ambiente che li racchiude. Permette a fatti, relazioni e personaggi di emergere senza forzature e senza idee preconcette; permette alla vita di fluire sullo schermo e dallo schermo allo spettatore.
"Oasis" porta la sua riflessione sul confine tra ciò che è oggettivo e ciò che è soggettivo, due sfere il cui oscillare definisce sempre, in realtà, lo spazio dell'innamoramento di chiunque: impossibile entrare davvero nella ragione rimossa di due innamorati che non possono fare a meno l'uno dell'altro...Proprio perché l'amore, come la disabilità, porta fatalmente a una dipendenza, al bisogno assoluto della relazione col prossimo.
Insomma, un'esperienza cinematografica che fa a pezzi gli stereotipi di cui si ciba quotidianamente la normalità, che lacera il cuore ma lo rende vivo e pulsante, che insegna qualcosa senza nascondersi dietro a una cattedra.
Un melodramma sulla "diversità"; una storia d'amore tanto delicata, semplice e luminosa quanto disperata, spiazzante ed impossibile.
Presentato in concorso alla 59ma Mostra del Cinema di Venezia, Lee Chang-dong ha vinto il Premio Speciale per la regia, e all'eccezionale giovane attrice Moon So-ri è andato il premio "Marcello Mastroianni".
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Medaglia di Bronzo (68 Commenti, 52% gradimento) ales891 Medaglia di Bronzo 5 Gennaio 2012 ore 20:15
1
voto al film:   8

Una cruda semplicità dalla poetica raffinata e dalla recitazione trascendente dei protagonisti; il tutto precisamente immerso in una indifferenza che tutti conosciamo come normalità . Non c’è nient’altro in questo film oltre il film stesso.
Imperdibile!
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