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Recensione: Ultimi della classe

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Ultimi della classe
titolo originale Ultimi della classe
nazione Italia
anno 2008
regia Luca Biglione
genere Commedia
durata 90 min.
distribuzione 01 Distribution
cast A. De Rosa (Michele) • G. Gorietti (Federica) • S. Tommasi (Barbara) • M. Iannone (Stiff) • L. Fremont (Matteo) • C. Fornasier (Giulia) • N. Rapti Gomez (Cecilia) • M. Messeri (Il Preside)
sceneggiatura L. Biglione
musiche P. Vivaldi
fotografia G. Ferrando
montaggio A. Cerquetti
uscita nelle sale 16 Maggio 2008
media voti redazione
Ultimi della classe Trama del film
Michele, liceale un po' imbranato e con la tendenza ad innamorarsi della ragazza sbagliata, dopo una catastrofica pagella invernale viene ritirato da scuola: prenderà lezioni private a casa e a giugno darà gli esami da privatista. Così hanno deciso i genitori: è l'unica possibilità di evitare che sia, per l’ennesima volta, bocciato. Sempre più umiliato, lo studente cerca di riscattarsi attraverso la sua nuova, giovane e bellissima insegnante privata di italiano e latino. Dopo aver scoperto un suo piccolo segreto (in passato ha posato nuda per un calendario), Michele le propone un patto: lui si metterà a studiare, ma quando farà progressi lei si spoglierà, rifacendo per lui i mesi del calendario. Inaspettatamente lei accetta.
Recensione “Ultimi della classe ”
a cura di Andrea Olivieri  (voto: 4)
Terribilmente suggerita e sottolineata. Come sospesa nel tempo, una valle di personaggi protagonisti delle commedie giovanili di ultima generazione: sulla strada della 'confusione', lo spettatore è allora a conoscenza di una 'minaccia' visiva della quale è impossibile disfarsi. Il cinema italiano mette in scena alcune vicende parallele, che fa progredire nel corso del film, fino a (con)fondersi fra l'idiozia della comicità televisiva e la volgarità dell'evasione cinematografica: elementare effetto retroattivo di colpevole sedimentazione 'generazionale', dove la simpatia che ispira un filmetto dalle relative pretese come "Ultimi della classe", dipende univocamente da un formalismo gratuito ai limiti del deprimente.
La scelta degli avvenimenti che seguono non è molto più impegnativa di quella degli ambienti: dalle lezioni private ai calendari sexy; l'assenza quindi di una struttura, di una qualsiasi progressione strutturale, traduce, nella sua erranza, quella dell’assoluto disorientamento cinematografico. Perciò se il cinema è malgrado tutto, qualcosa più di un mestiere; un linguaggio che va adoperato con personalità; un modo di vedere la vita e di osservare il mondo, ma in modo particolare, soggettivo, piegato a degli umori, a degli stati d'animo; e ad una educazione estetica, un convincimento morale: in questo caso piove sul bagnato.
Commenti del pubblico







Ultimi commenti e voti
Utente di Base (0 Commenti, 0% gradimento) Marcolino93 9 Settembre 2014 ore 01:53
voto al film:   3

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