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Recensione: Gli arcangeli

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Gli arcangeli
titolo originale Gli arcangeli
nazione Italia
anno 2007
regia Simone Scafidi
genere Drammatico
durata 87 min.
distribuzione (dis)Ordet
cast A. Riva (Christian) • F. Inaudi (Marlena) • F. Branciaroli (Padre Siro) • F. Raggi (Luca) • Z. Pasceri (Alex) • U. Giacomazzi (Marco)
sceneggiatura S. Scafidi
fotografia F. Bracci
montaggio S. Scafidi
uscita nelle sale 18 Gennaio 2008
media voti redazione
Gli arcangeli Trama del film
Durante il battesimo, all'età di dieci anni, Christian commette in chiesa un gesto inaspettato e misterioso che preoccupa i suoi genitori. Padre Siro, uomo di chiesa ed educatore di Christian, li rassicura spiegando loro che Christian è solo un bambino dalla sensibilità differente da quella dei suoi coetanei. Ma parlando privatamente al piccolo Christian, Padre Siro appare tutt'altro che rassicurante, rivelando al bambino che nella vita da adulto lo attenderà un viaggio lungo e tortuoso: durante il battesimo Christian ha "visto" gli arcangeli pulire il volto di Cristo dalle ferite della sofferenza umana, e lo stesso Christian vivrà un'esistenza sporcata e violentata dal dolore, nonostante l'incontro con Marlena, l'unica persona in grado di comprenderlo, forse perché, anche lei, segnata da un evento tragico.
Recensione “Gli arcangeli”
a cura di Riccardo Rizzo  (voto: 4,5)
L’atto del giudicare vive della sofferta discrasia tra la sua natura innegabilmente presuntuosa e quella a volte intimamente triste quando il giudizio si fa negativo.
Gli arcangeli, primo lungometraggio di Simone Scafidi prodotto da David Cartasegna, è uno di quei film invisibili, strozzato da logiche incancrenite di mercato che preferiscono mettere in vetrina prodotti standardizzati -anche scandalistici- che evaporano nell’immediato contatto col pubblico, invece di offrire loro qualcosa di sincero (nei loro confronti) a prescindere dal valore artistico. Scritto nel ’99, girato nel 2004, uscito -in pochi cinema d’essai- nel 2008, il film soffre palesemente una (sana) voglia di dire tante cose, spinto da eroici furori giovanili, che però prendono forma in una sceneggiatura rabbiosa e troppo sconnessa. L’aspetto più convincente è la rappresentazione del sesso: esplicito, forse disturbante, ma mai volgare o provocatorio, rivelatore di un coraggio espressivo troppo spesso latitante nei film che siamo abituati a vedere.
Purtroppo a questo coraggio si contrappone il sadico intento di far subire la narrazione (già di per sé poco digeribile) allo spettatore, inerme di fronte a molteplici scene tanto forti quanto impossibili da codificare.
E’ espresso un inequivocabile disagio, ma come affermato dalle parole stesse del regista non c’è voglia di generalizzare; quello che colpisce allora è la deriva quasi nichilista del film (eccezion fatta per il personaggio di Marlena) che non contempla né espiazione né serenità: il sesso, la droga, gli amici, la famiglia, l’università…tutto ciò che si vede è desolante e insulso.
Un’estremizzazione che non porta da nessun parte.
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