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Recensione: Non c'è più niente da fare

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Non c'è più niente da fare
titolo originale Non c'è più niente da fare
nazione Italia
anno 2007
regia Emanuele Barresi
genere Commedia
durata 92 min.
distribuzione Eagle Pictures
cast R. Papaleo (Avvocato Massimo Lupi) • A. Rohrwacher (Letizia) • P. Ruffini (Ivan) • C. Cirilli (Chiara) • S. Filippi (Enrico) • I. Cecchi (Marta) • F. Brandi (Daniele) • R. Pisu (Otello) • V. Valeri (Aldina) • A. Buscemi (Baciocchi)
sceneggiatura F. BruniE. Barresi
fotografia M. Lupi
montaggio C. Fontana
uscita nelle sale 8 Febbraio 2008
media voti redazione
Non c'è più niente da fare Trama del film
L’amatoriale Compagnia dei Perseveranti si sta preparando a mettere in scena la “Cavalleria Rusticana” adattamento della novella di Giovanni Verga. Le prove vengono fatte tutte le sere e oltre ad essere un impegno artistico diventano appuntamento indispensabile per i nove attori che sul palcoscenico rivivono i drammi e le gioie dei personaggi delle opere teatrali del passato e dimenticano lo stress del lavoro e le difficoltà dei rapporti personali di tutti i giorni. Tommaso Baiocchi, il padrone del teatro, è pronto a tutto pur di riappropriarsi del suo spazio e arricchirsi costruendo lì una banca. Quello che non immagina è che i Perseveranti, fedeli al nome della loro Compagnia, sono disposti a lottare con ogni mezzo. Le difficoltà lungo il cammino non sono poche ma la fermezza della loro voglia di recitare non è da meno…
Recensione “Non c'è più niente da fare ”
a cura di Vera Usai  (voto: 4,5)
Qualche amore, malintesi, ricordi e conquiste fanno da sfondo ad una trama che da subito non fa ben sperare. Con battute a cui è difficile ridere e sequenze che, anche quando si sforzano di essere serie, scivolano verso una banale prolissità, si muovono nove attori nei panni di personaggi scontati e poco spontanei. Qualche difetto anche nella regia che non si sforza di cercare arrangiamenti nuovi e di rendere più originale una trama tutt’altro che imprevista. I personaggi sono gli attori della combattiva Compagnia dei Perseveranti, pronti a tutto pur di continuare a vedere aperto lo spazio del teatro in cui trascorrono le loro sere impegnandosi nelle prove per la nuova messa in scena e dimenticando i problemi e lo stress della vita di ogni giorno. Un avvocato tradito dalla moglie che vive una relazione extraconiugale per sfuggire alla noia della quotidianità, due pensionati, un regista disoccupato e ancora troppo immaturo per una relazione seria, una sarta esageratamente superstiziosa, un’impiegata delle poste, una ragazza che sogna il grande amore, un falegname un po’ artista e un giovane studente che non riesce ad esprime al padre quello che gli passa per la testa.
L’intento di Barresi, già testato in troppe pellicole, è di mescolare realtà a finzione e far rivivere sulla scena gli amori, i tradimenti e i conflitti della vita di tutti i giorni fino a far perdere di vista la linea di confine tra le due dimensioni.
Tra scontri “armati” con la giustizia che vuole riappropriarsi dell’antico teatro per insediarci gli uffici di una banca e frasi fatte con accento fiorentino alla “ma la cultura avrà pur sempre un valore” procede il primo tentativo di lungometraggio da regista e sceneggiatore di Emanuele Barresi che, attore lui stesso in passato, non riesce a sfruttare appieno l’apprezzabile Alba Rohrwacher, che dopo essere stata la sorella di Scamarcio e Germano sotto la direzione di Luchetti, stona in un cast che sembra del tutto amatoriale. In finale, come insegna Bobby Solo, “non c’è più niente da fare e' stato bello sognare…”.
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