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Sfumato da giovane il sogno di diventare un professore di storia, Carter Chambers trascorre le sue giornate a lavorare in un autofficina per garantire alla famiglia il necessario per vivere. Nonostante Carter sente che da qualche anno qualcosa si è affievolito con sua moglie e i suoi figli, non cerca di cambiare la situazione troppo preso dalla routine di una vita sempre uguale a se stessa. Il miliardario Edward Cole invece per tutta la vita non ha pensato ad altro che a fare soldi, passando da un matrimonio ad un altro senza mai riuscire a trovare una stabilità. Quando si ritrovano a dividere la stanza d’ospedale di cui proprio Edward è il proprietario, entrambi con un grave cancro senza speranza di guarigione ci sarà la svolta che cambierà le loro vite. I due pian piano impareranno a conoscersi e scopriranno insieme che non è mai troppo tardi per ricominciare a vivere. |
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Abile commedia dai toni neri ma spassosi “alla ricerca della gioia”, da dare a se stessi e agli altri, come illustra già il sottotitolo. Della “Bucket list” del titolo originale invece non c’è più traccia nella traduzione italiana che semplicizza in un Non è mai troppo tardi. È questo il motto ferreo dei due straordinari protagonisti che, quando si renderanno conto che il cancro sta giocando con le loro esistenze, capiranno che è il momento di giocare un po’ con la loro vita. Con tanta voglia di vivere, un mucchio di soldi e una lista sottobraccio su cui a mano a mano appuntano i desideri più assurdi e bizzarri che fino ad ora avevano solo immaginato, Charter (Morgan Freeman) e Edward (Jack Nicholson), due perfetti sconosciuti, scappano insieme dall’ospedale e con lo spettro della malattia alle calcagna, saltano da un continente all’altro, cambiandosi abito ad ogni scena per non stonare con la nuova location che fa da sfondo per incorniciare le lunghe riflessioni, un po’ retoriche, su temi esistenziali e religiosi.
La regia di Reiner è semplice e lascia grande spazio all’interpretazione attoriale: punta tutto su di loro con la sicurezza di chi, già prima di battere il ciak, sa che farà centro. E non potrebbe essere diversamente quando si lavora con un Jack Nicholson e un Morgan Freeman, con qualche capello bianco in più ma che potrebbero indossare la veste di qualsiasi personaggio. Ci si affeziona a loro seguendoli nei campi controcampi in ospedale, poi nelle partite a carte, le passeggiate in corridoio: inteneriscono e stupiscono quando saltano dalla tristezza alla gioia poi al cinismo e all’ironia nel breve tempo di una stessa sequenza, senza imperfezioni.
Solo un piccolo consiglio: il film fa commedia e se si cerca di cogliere tra la sceneggiatura quella profondità che si sforza di assumere, con un po’ di ridondanza, si potrebbe rimanere un po’ delusi. |
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7
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Commedia che si basa principalmente sulla bravura dei due protagonisti (il vulcanico e scontroso Nicholson e il più pacato e saggio Freeman). Il film funziona, si ride anche se un po' con l'amaro in bocca, i dialoghi sono brillanti, alla fine qualche lacrimuccia scende perchè in fondo abbiamo voluto bene a questi due matti.....
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un' americanata ma bella
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8,5
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8
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ottime interpretazioni per due pilastri del cinema. una commedia si leggera ma perlomeno onesta, con dialoghi brillanti e scambi di battute reali. si potrebbe pensare ad un film pretenzioso nella sua semplicità, ma nella sua semplicità è invece molto amabile e appassionante. una storia bella senza inutili colpi di scena, il racconto di un'amicizia e di una rivincita prima della morte. consigliato.
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6,5
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