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Dopo la terza Guerra Mondiale, Tokio é una città devastata dal conflitto. La polizia, decisamente ottusa e brutale, conduce una lotta senza quartiere contro bande di adolescenti che seminano violenza nelle strade. Tetsuo, un violento motociclista, viene catturato ed usato dai politici per la conquista del pianeta. |
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"Tutti figli della bomba."
Nel 2019 la Terza Guerra Mondiale è appena terminata: le grandi città del mondo sono state messe a dura prova dalle nuove armi di distruzione sperimentate durante il conflitto. Nella megalopoli di Neo-Tokyo, la rinascita dopo la guerra non è facile: la città è un gigantesco mostro urbano in cui smisurati palazzi e frastornanti neon si alternano a quartieri devastati e in rovina. E' proprio in questi recessi malfamati che assistiamo alle scorribande della gang di motociclisti capeggiata dal giovane Kaneda. Inizialmente Kaneda e i suoi amici sembrano solo violenti teppisti di periferia impegnati a lucidare le loro futuristiche moto, a dare sprangate in testa ai rivali ed a prendere in giro il più piccolo della banda, Tetsuo.
Ma le cose cambiano quando un inquietante bambino dai lineamenti stranamente invecchiati compare all'improvviso in mezzo alla strada su cui sta passando in moto il giovane Tetsuo…
Tratto dal colossale manga di Katsuhiro Otomo, e da questi diretto, "Akira" fu davvero una sorpresa per l'ignaro pubblico occidentale: in un periodo in cui manga e anime non erano un fenomeno diffuso, irruppe un kolossal cinematografico di due ore, costosissimo, fastoso, animato alla perfezione, violento e pessimista. Decisamente un po' eccessivo per il grande pubblico... ma i cultori apprezzarono.
"Akira" si guadagnò da subito lo status di "film culto" e fece letteralmente impazzire schiere di appassionati, che tuttora lo considerano il titolo indispensabile per ogni anime-fan. Non c'è dubbio che sia stato "Akira" a sfatare molti pregiudizi negativi sull'animazione giapponese, prima tra tutti la presunta pochezza tecnica: "Akira" è un capolavoro di animazione, tecnicamente stupefacente, curatissimo, perfetto. Delirante.
E', ad esempio, il primo anime in cui i labiali dei personaggi si adattano alle parole pronunciate dai doppiatori (adeguandosi così agli standard Disney); il primo in cui la tavolozza dei colori è ampliata fino a 327 tonalità. Un’esperienza visiva e sonora tuttora impressionante per lo spettatore, da vedere e rivedere in ogni maniacale dettaglio.
Certamente l’atomica "Akira" i suoi difetti li ha (il film è il risultato della compressione di un fumetto molto lungo e già di per sé criptico e poco lineare). Eppure, resta meritatamente il film anime per eccellenza, tradotto in oltre tredici lingue e preso ad esempio per evidenziare i classici pregi e difetti dell'animazione giapponese. |
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Non è un anime complesso e di difficile interpretazione. E' un anime fatto male, con una sceneggiatura convulsa. Il manga da cui è tratto è molto più lineare.
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Non sono né un esperto ne' un estimatore di anime e manga. Ma Akira e' molto piu' che un semplice cartone animato: tra i film nipponici con Godzilla, le mutazioni tra carne e macchina di Cronenberg e J.G.Ballard, Blade Runner e il cyber punk, il film di Otomo affascina e conquista, grazie a una straordinaria animazione che rende realistici i movimenti dei protagonisti e una cura maniacale per i particolari, con un ritmo e delle sequenze d'azione da far invidia ai migliori fanta-thriller americani.Complesso e non di facile interpretazione per il continuo susseguirsi di eventi e del numero di personaggi, Akira rimane un capolavoro nel suo genere. E vien voglia di fare un giro su quella gigantesca moto rossa.
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