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Irene Ravelli ha ereditato dal padre non solo il patrimonio, ma anche uno spiccato senso degli affari. Ottenuto il dissequestro dell'antico Palazzetto di famiglia, Irene scopre che una delle stanze, abitate un tempo dalla madre, è rimasta intatta come se la donna ci abitasse ancora. Il fantasma della madre e l'incontro con una straordinaria bambina, Benny, generano in Irene un conflitto che la porta ad un totale cambiamento. |
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Irene Ravelli ha ereditato dal padre, noto imprenditore immobiliare, non solo le sue aziende, ma anche il talento negli affari, che l’ha portata ad accrescere il patrimonio paterno, con l’aiuto della zia Eleonora, spesso usando logiche affaristiche prive di scrupoli.
Ottenuto il dissequestro dell’antico Palazzetto di famiglia su cui lei vorrebbe speculare, Irene scopre che la stanza della madre Adriana, morta in circostanze misteriose quando lei era ancora piccola, è rimasta dopo 30 anni intatta come se la donna ci abitasse ancora. Il fantasma rimosso della madre e l’incontro con Benny, una bambina imprevedibile e sorprendente, generano in Irene un conflitto che è alla base di un grande cambiamento. Comincia così la storia di un percorso di scoperta di sé per cambiare, che rischia di trasformarsi in un viaggio nell’altruismo e nel bene…
Un film sul sociale, ma non sociologico. Un film sul “sacro” che è in tutti noi, ma non religioso.
Un film sul conflitto all’interno del quale tutti noi viviamo oscillando tra ricchezza e povertà, materia e spirito, padre e madre.
Un invito ad iniziare un dialogo interiore con la parte “sacra” di noi stessi, che è amore e conoscenza del mondo al di fuori di sé.
“Cuore sacro” appare così un film che vuole essere tutto e il contrario di tutto, e perde perciò una sua identità precisa.
In molti momenti sembra che il gioco dei contrasti sopraffaccia anche la protagonista, un personaggio che ha il difetto di essere troppo passiva rispetto ai cambiamenti che accadono in lei: Irene subisce i propri traumi interiori accettandoli senza trasformarli in decisione, in azione.
Nella ricerca di una spiritualità equilibrata e personale, il personaggio interpretato da Sergio Castellitto nel bellissimo “L’ora di religione” aveva ben altro spessore e consistenza drammatica, pur muovendosi in una direzione del tutto opposta a quella di Irene.
Insomma, della pellicola di Ozpetek va salvata l’idea di base e soprattutto il tentativo di realizzarla; per il resto, si tratta di un film prevedibile, attento soprattutto a non scontentare nessuno, ma incapace di prendere una posizione decisa e coerente su cosa vuole comunicare. |
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